Il nome del territorio denominato Brianza, interamente compreso
in Lombardia, deriva probabilmente dal termine celtico brig (colle, altura). Secondo altre fonti, il nome dovrebbe essere fatto
risalire a Brianteo, generale al seguito delle truppe di Belloveso, principe
della Gallia, che nel VII secolo a.C. avrebbe occupato il territorio
dell'Insubria, in Italia settentrionale, fondando l’antica Mediolanum
(l'odierna Milano). Da menzionare inoltre i Briganti, una tribù celtica della
Britannia che abitava tra i fiumi Tyne e Humber e che potrebbe avere avuto
origini comuni con tribù di Briganti Celti delle Alpi, con stazionamenti
prealpini. Suggestivo è il possibile rafforzarsi del termine dovuto al
brigantaggio, quello dei bravi di
manzoniana memoria, che in Brianza avrebbero trovato rifugio tra boschi e
colline (dove vi erano i malcanton,
ove i viandanti potevano incontrare dei briganti che li affrontavano dicendo o la bursa o la vita).
Comunque sia l’origine del nome Brianza più accreditata è
quella che deriva da brig, bricch,
alture. E’ divertente menzionare anche i
termini brik'kone', briccone, che indicano persona senza scrupoli ma anche
persona simpaticamente astuta, persona scaltra, chiusa, ma anche scherzosa.
Un'altra ipotesi, secondo ricercatori di storia della
popolazione, si ricollega a studi sulle popolazioni, sulle loro migrazioni e
soprattutto sui relativi nomi di origine etnica. I Briganzi (in latino
Brigantii), appunto dalla radice celtica brig,
il cui nome è interpretabile col termine di montanari o di persone provenienti
da alture, abitavano in particolare la città celtica di Brigantion, poi
romanizzata e denominata Brigantium (l’attuale Bregenz, in Austria). Questi,
spinti dalle invasioni barbariche, con la caduta dell'Impero romano migrarono
in Lombardia e si sarebbero portati nella zone di Como-Varese-Milano-Monza-Lecco,
fermandosi nella attuale Brianza, allora Brigantia/Briantia.
Successivi trasferimenti, al di fuori della Brianza, di
singoli o di nuclei familiari hanno comportato anche una certa diffusione del
cognome derivato Brianzoli e di quello Brianza, o talora di varianti per lo più
a causa di errori di trascrizione nei documenti. Esistono in Italia anche il
rarissimo cognome Brianta ed i cognomi Brianti e Brianzi. Da rammentare poi
come esistano diversi toponimi, riferiti a centri abitati, che derivano da brig.
Vediamo alcuni diffusi
suffissi di nomi di città e paesi briantei:
ate: suffisso di origine celtica;
ano: suffisso la cui origine è la desinenza aggettivale
latina -anus, -a, -um; serviva per formare i nomi delle proprietà dai nomi
personali (proprietà di...);
asco: suffisso di origine simile ad -ano; è il suffisso la
cui origine è la desinenza aggettivale latina aticus (possedimento di ...);
ago: suffisso di origine celtica-romanizzata (acos→ pagus);
engo: suffisso di origine germanico-longobarda esprimente
comunque un rapporto di appartenenza;
nomi che terminano in 'sone' oppure in 'one' derivano da Son che in celtico può significare bastone, palo, palizzata, recinto, fortificazione;
nomi che terminano in 'sone' oppure in 'one' derivano da Son che in celtico può significare bastone, palo, palizzata, recinto, fortificazione;
usco: suffisso secondo alcuni studiosi serberebbe il
ricordo di un primitivo insediamento di popolazioni liguri; secondo altri
studiosi il suffisso troverebbe origine da componenti celtiche-rurali;
fare: erano famiglie longobarde quasi sempre imparentate
tra loro, resta tutt'oggi il ricordo nei nomi di alcune località, come Fara
d'Adda.
Luoghi popolati che terminano in ame, iame, ioma, aglia,
eglia/o derivano o dal latino "alia" indicante ‘da altra parte’ o
sono memoria di antiche invasioni germaniche-slave, dove jame significava
grotte-posti per soffermarsi.
A Milano e nelle terre circostanti come la Brianza, dopo il periodo preistorico e protostorico pre cultura celtica, vi fu la cultura della popolazione celtica che durò finché Roma non sottomise definitivamente l’Insubria, con la susseguente completa romanizzazione anche delle terre brianzole. Dopo molti secoli, nel 313 d.C., Costantino si accordò con Licinio per consentire, con l'Editto di Milano, la pratica del culto cristiano. Nel periodo del vescovo Ambrogio e dell'imperatore Teodosio I, Milano, insieme alle terre circostanti, divenne centro molto influente della Chiesa d'Occidente. In queste terre Sant'Agostino fu convertito al cristianesimo nel 386 e ricevette il battesimo l'anno seguente. Infatti, Agostino d'Ippona parla di Cassiciaco come del luogo dove abitò nel tempo in cui si preparava al proprio battesimo. Cassiciaco sembra si possa identificare con Cassago Brianza (Lecco). ‘Settimane Agostiniane’ vengono oggi organizzate presso la Chiesa SS. Giacomo Maggiore Apostolo e Brigida Vergine d’Irlanda, proprio in Cassago Brianza. Rispetto al cattolicesimo, in queste terre vi fu fra l’altro anche l’influsso del cattolicesimo irlandese. L’originalità del monachesimo celtico si manifestava attraverso molte caratteristiche fra cui il rimarcare la cosiddetta peregrinatio pro Domino per mare, ovvero la partenza in nave e l'arrivo in una terra dove sarebbe sorto un nuovo monastero. Per quanto concerne il ricordo dell’antica impronta Benedettina, da menzionare l’ex monastero di Brugora a Besana in Brianza. Riguardo ai Francescani, suggestiva è la storia del Convento di Oreno (frazione di Vimercate). Movimenti religiosi degli Umiliati, dei Patarini e dei Catari si svilupparono per poi morire in diversi paesi della Brianza durante il Medioevo.
Negli ultimi anni dell'Impero romano vi furono numerose
scorrerie barbariche nel territorio, fino al prevalere dei Longobardi. Dopo
l'epoca Longobarda si arrivò alla annessione ad opera dei Franchi. Nell'XI
secolo Milano e le terre circostanti come la Brianza acquistarono una crescente
importanza ed indipendenza dal Sacro Romano Impero. Milano distrutta
nell'aprile del 1162 da Federico I, detto il Barbarossa, rinacque dopo la
vittoria della Lega Lombarda nella battaglia di Legnano del 29 maggio 1176.
Federico Barbarossa trovò una alleata nella città di Monza.
Federico permise a Monza anche il diritto, solitamente concesso solo alle città
di "sede regia", di riscuotere tasse doganali. Nel periodo delle
lotte contro Milano e le altre città della Lega, Monza (la residenza-capitale
estiva del regno d’Italia all’epoca di Teodolinda e Agilulfo) era soprattutto
un centro amministrativo. Questo periodo della storia monzese dura fino al 1185
quando il Barbarossa conclude la pace di Costanza con i rappresentanti dei
Comuni appartenenti alla Lega Lombarda.
Anche Como (con altri comuni comaschi) fu alleata del
Barbarossa. Nel 1159 il Comune lariano ospitò lo stesso Barbarossa con la
consorte Beatrice di Borgogna che erano di passaggio. In quegli anni Como
partecipò alla distruzione di Milano (nel 1162) e dell'Isola Comacina filomilanese.
In data 23 ottobre 1178, Federico Barbarossa donò alla comunità di Como, quale
premio alla sua fedeltà, alcuni
possedimenti. Qualche anno più tardi, Lecco sostenne il nipote del Barbarossa, l'imperatore
Federico II, nella disputa fra papato ed impero, che fece riesplodere la divisione
fra guelfi e ghibellini.
Sul finire del XIII secolo la Brianza subì le conseguenze
delle lotte per il possesso di Milano tra le famiglie dei Della Torre e dei
Visconti che si conclusero con il predominio di quest’ultima famiglia.
L’epoca del Ducato di Milano iniziò con i Visconti. Dopo
l'episodica 'Aurea Repubblica Ambrosiana’ vi furono poi il Ducato degli Sforza,
il Ducato francese, il periodo ‘spagnolo’ e la presenza asburgica austriaca. A
seguito della campagna di Napoleone Bonaparte nell'Italia settentrionale, nel
1797 il Ducato fu ceduto dagli Asburgo alla Repubblica francese. Dopo la caduta
di Napoleone e lo svolgimento del Congresso di Vienna, con la restaurazione, si
costituì il Regno Lombardo-Veneto, dipendente dall’Impero Austriaco.
La guerra franco-piemontese contro l'impero austriaco del 1859 vide confrontarsi l'esercito franco-piemontese e quello dell'Impero austriaco. Con la sua conclusione, la Lombardia, tranne Mantova, fu ceduta al Regno di Sardegna, ponendo le basi per la costituzione del Regno d'Italia del 1861.
La guerra franco-piemontese contro l'impero austriaco del 1859 vide confrontarsi l'esercito franco-piemontese e quello dell'Impero austriaco. Con la sua conclusione, la Lombardia, tranne Mantova, fu ceduta al Regno di Sardegna, ponendo le basi per la costituzione del Regno d'Italia del 1861.
Nel 1898, pressoché 40 anni dopo, la situazione economica
era gravissima. Si ricorda che in quegli anni emigrarono circa 519.000
lombardi. A Milano, nel 1898, a seguito dell'aumento del costo della farina e
del pane, gravati dall'esosa tassa sul macinato, la popolazione affamata
insorse e assaltò i forni del pane. L'insurrezione durò vari giorni e fu
repressa nel sangue con i fucili e i cannoni al comando del generale Fiorenzo
Bava-Beccaris, che poi per questa azione fu insignito con la Croce di
grand'ufficiale dell'ordine militare di Savoia. Nella feroce repressione
militare alcuni calcolano che vi furono più di cento persone uccise e centinaia
di feriti. Tra le vittime, su di cui si sparò a mitraglia, vi furono anche le
persone in fila per ricevere la minestra dai frati. Moti con le conseguenti
repressioni vi furono anche in Brianza. Vi fu una caccia a persone in
condizioni di vita miserevoli, innocue ma definite, in senso dispregiativo,
briganti. Gaetano Bresci, secondo la filosofia di un certo anarchismo militante
non pacifista, intese vendicare l'eccidio, perciò decise di uccidere re Umberto
I d'Italia, in quanto responsabile in capo di questi tragici avvenimenti.
L'attentato di Bresci, che risultò fatale per il Re, avvenne a Monza il 29
luglio 1900. Tutti gli amici più stretti e i parenti dell’anarchico vennero
arrestati. Il giornale socialista L'Avanti,
divenuto capro espiatorio nonostante non fosse affatto vicino agli anarchici,
subì un'aggressione, in seguito alla quale vennero arrestati alcuni lavoratori
del giornale. Molti anarchici (o ritenuti tali), vennero arrestati in tutta
Italia e considerati colpevoli di apologia di regicidio.
In questo clima, il Listone, noto anche come Lista Nazionale, fu un'alleanza politica ideata e presieduta da Benito Mussolini, già al potere dopo la Marcia su Roma, che si presentò nelle elezioni politiche dell'aprile 1924. In dette elezioni il Listone, che su scala nazionale ebbe una media non inferiore al 60% dei votanti, in Brianza ottenne solo il 18,7 %. In alcuni comuni brianzoli la percentuale dei voti ottenuti fu addirittura poco superiore al 13%. Il fascismo non perdonò questo territorio, tanto che si instaurò un clima di terrore e vi furono ritorsioni che colpirono molti circoli cattolico-popolari e circoli socialisti e comunisti.
Con l’avvento della democrazia post fascista, dopo il 1946, il territorio della Brianza rimase frazionato per molti anni nelle province di Como e di Milano. Nel 1992 venne ulteriormente diviso con la neo-istituita provincia di Lecco; dal 2004, a causa dell’enorme sviluppo urbanistico e demografico del territorio, la Brianza fu ulteriormente frazionata fra le province di Como, Lecco, Milano e la nuova provincia di Monza e della Brianza.
In questo clima, il Listone, noto anche come Lista Nazionale, fu un'alleanza politica ideata e presieduta da Benito Mussolini, già al potere dopo la Marcia su Roma, che si presentò nelle elezioni politiche dell'aprile 1924. In dette elezioni il Listone, che su scala nazionale ebbe una media non inferiore al 60% dei votanti, in Brianza ottenne solo il 18,7 %. In alcuni comuni brianzoli la percentuale dei voti ottenuti fu addirittura poco superiore al 13%. Il fascismo non perdonò questo territorio, tanto che si instaurò un clima di terrore e vi furono ritorsioni che colpirono molti circoli cattolico-popolari e circoli socialisti e comunisti.
Con l’avvento della democrazia post fascista, dopo il 1946, il territorio della Brianza rimase frazionato per molti anni nelle province di Como e di Milano. Nel 1992 venne ulteriormente diviso con la neo-istituita provincia di Lecco; dal 2004, a causa dell’enorme sviluppo urbanistico e demografico del territorio, la Brianza fu ulteriormente frazionata fra le province di Como, Lecco, Milano e la nuova provincia di Monza e della Brianza.
Nella giurisdizione ecclesiastica della Chiesa cattolica, pressoché tutti i
comuni del territorio della Brianza fanno parte dell'arcidiocesi di Milano.
Questa arcidiocesi segue il rito ambrosiano. Tuttavia, molti comuni
appartenenti alle quattro provincie brianzole seguono il rito romano.
La Brianza situata nella provincia di Lecco fa parte
dell'arcidiocesi di Milano e segue il rito ambrosiano; la parrocchia di Civate
è di rito romano pur appartenendo all'arcidiocesi di Milano. Nella Brianza
situata nella Provincia di Como i comuni del decanato di Cantù e Mariano
Comense e dei decanati di Asso-Canzo, fanno parte dell'arcidiocesi di Milano e
seguono il rito ambrosiano, mentre i comuni afferenti ad altri decanati
appartengono alla diocesi di Como e seguono il rito romano; la parrocchia di
Montorfano era fino al 1981 nell'arcidiocesi di Milano e di rito ambrosiano;
Capiago Intimiano: Intimiano è di rito ambrosiano e fa parte dell'Arcidiocesi
di Milano mentre Capiago è di rito romano e appartiene alla diocesi di Como.
Nella provincia di Monza e della Brianza, i comuni della Brianza ex milanese
sono di rito ambrosiano, mentre i comuni del Monzese: Monza, Brugherio e
Villasanta, in considerazione di peculiarità storiche, seguono invece il rito
romano. Nella provincia di Monza e della Brianza anche Cornate d'Adda, Busnago
e Roncello, sono di rito romano. I comuni brianzoli rimasti nella provincia di
Milano, fanno parte dell'arcidiocesi di Milano e sono di rito ambrosiano tranne
quelli del decanato di Trezzo (Grezzago, Pozzo d'Adda, Trezzano Rosa, Trezzo
sull'Adda e Vaprio d'Adda) che pur facendo parte dell'arcidiocesi di Milano,
seguono il rito romano.
Dopo il periodo preistorico e protostorico pre-celti, il periodo dei celti, la romanizzazione, e, successivamente, le numerose invasioni barbariche, fino al prevalere dei Longobardi e quindi dei Franchi, con le relative fusioni di popolazioni e culture, il patrimonio delle tradizioni della Brianza si è formato nelle antiche tradizioni contadine ed artigiane del ‘periodo delle Pievi’, dopo il primo millennio. Le pievi videro poi anch'esse un succedersi di dominazioni in parte lombarde e in prevalenza di stranieri, che come in precedenza comportarono fusioni di popolazioni e culture, ben incardinate ed amalgamate dalle pievi. Alla fine del periodo, la Brianza vide i maggiori cambiamenti nel secondo millennio dopo nascita della Repubblica Italiana e poi con l'avvento del terzo millennio. Di seguito si tratta per l'appunto di questo continuum di contesti. Le tradizioni della Brianza derivano dunque da un'antica cultura intimamente legata al suo territorio ed alla sua storia. Il termine nominale contemporaneo di Brianza ha origine secondo la tradizione all’incirca dopo l'anno Mille. Il documento scritto in cui compare, con tutta probabilità per la prima volta il nome ‘Brianza’ è datato 16 agosto 1107. Si tratta di un lascito attraverso il quale la vedova del milanese Azzone Grassi dona i suoi possedimenti che aveva, «in loco et fundo seu monte qui dicitur Brianza», per la fondazione del monastero cluniacense di San Nicolao, presso Villa Vergano. Ma il toponimo non sarebbe stato ad indicare solo un monte: già nella iniziale suddivisione in parrocchie e poi in pievi, dei primi vescovi di Milano, (il capoluogo della Lombardia e sede vescovile dell'attuale arcidiocesi di Milano che ha fra le diocesi suffraganee anche quella di Como), si potevano definire sotto il nome di Briantia, quantomeno i villaggi ‘Briantini’, che si affacciavano sulla valle di Rovagnate e Perego (attualmente fusi nel nuovo Comune di La Valletta Brianza, in provincia di Lecco).
All'inizio del XV secolo, il nome di Brianza si conferma
come area regionale. Lo si evince dal patto fatto dai procuratori omnia communia Montis Briantie contrate
Martescane al duca Filippo Maria Visconti. Con ‘’….. contrate Martescane …..’‘ si fa riferimento a suddivisioni
territoriali di cui viene talora trascurata l'importanza rispetto alla storia e
alle tradizioni della Brianza. Queste suddivisioni territoriali erano
essenzialmente connesse alle pievi e queste ultime alle autorità del clero e
alle autorità civili, autorità fra di loro nel tempo anche in conflitto. Se il
termine Pieve indicava infatti una circoscrizione ecclesiastica inferiore alla
diocesi, in seguito assunse anche funzioni civili. Le pievi hanno determinato
le basi forse più intense delle tradizioni della Brianza e furono a lungo importanti, intrecciandosi
intimamente con molte vicende storiche. Nel XII secolo, in età comunale, ad
esempio, le pievi che sottostavano a precise autorità, si divisero in
filo-milanesi e in favorevoli a Federico Barbarossa. La Brianza afferiva
prevalentemente a pievi milanesi del contado della Martesana e solo alcuni
comuni appartenevano a pievi limitrofe o a pievi del contado di Como
dell'omonima diocesi. Al capoluogo delle pievi facevano riferimento i villaggi
circonvicini, da cui in definitiva trassero origine gran parte degli attuali
comuni. Queste strutture (intese sia come enti dipendenti dal clero sia come
enti dipendenti da autorità civili) perdurarono fino a tutto il XVIII secolo, e
fino ad allora ebbero un'importanza decisiva anche nel divenire
storico-linguistico della Brianza, con influenze che durano tuttora.
Da quanto fin qui esposto risulta forse opportuno enunciare
i nomi di dette pievi. Quelle milanesi erano le pievi di Agliate, di Brivio, di
Desio, di Galliano, di Garlate, di Mariano, di Missaglia, di Oggiono, di
Pontirolo, di Seveso, di Vallassina e di Incino, di Vimercate; le altre entità
amministrative milanesi assimilate alle pievi e concernenti la Brianza erano:
Squadra di Nibionno, Squadra dei Mauri, Corte di Casale detta in origine
Squadra di Canzo. Altri comuni della Brianza, come complessivamente intesa,
erano limitrofi a dette Pievi, oppure appartenenti al territorio del contado di
Como. In definitiva furono profonde le trasformazioni, comunque interpretabili,
del tessuto sociale brianteo ed indotte dal ‘sistema’ delle pievi con le
autorità che le dirigevano. Il ‘sistema’ iniziato ecclesiasticamente in epoca
medievale, dal XII secolo assunse anche funzioni civili, si modifica parzialmente
nel XVII e nel XVIII secolo e si esaurisce nel XVIII secolo, quando vi fu verso
di esso il momento di maggior rottura.
Nel XIX secolo la Brianza si caratterizzava per una
economia che si fondava sull’artigianato e soprattutto su una fiorente
agricoltura, oltremodo redditizia per le grandi quanto poche famiglie di
possidenti. Oltre allo sviluppo dell'agricoltura, che mostrava sistemi avanzati
e tecniche colturali intensive, nell'Ottocento iniziò anche il processo di
industrializzazione della Brianza. Dopo la seconda metà del secondo millennio,
(più precisamente nella seconda metà del XX secolo), si è trasformata in una
delle zone più industrializzate d'Italia. Peculiari del periodo, dopo la
nascita della Repubblica Italiana, erano le molte piccole e medie imprese,
talora a carattere artigianale/familiare, e l'intensa immigrazione interna
italiana stimolata dalle numerose opportunità di lavoro disponibili. Con
"Briantitudine" (Brigantia, Briantia, Briansa / Brianza; -itudine) si
intende un sentimento di riconoscimento di caratteristiche proprie ed
identitarie della Brianza e della sua gente. La Briantitudine contiene in sé un
apparente paradosso. Considerando, infatti, i flussi immigratori, la loro
entità e le loro componenti (tutte le identità regionali della Repubblica
Italiana), la fusione con gli autoctoni, il melting pot e la densità abitativa,
si può affermare che un'identità prettamente locale di un'area regionale della
Repubblica Italiana, rappresenti anche la complessità dell'identità italiana.
Da rilevare come con l'inizio del terzo millennio è aumentata la presenza di
cittadini dell'Europa comunitaria e di persone di provenienza extracomunitaria ed
è iniziata altresì anche un'iniziale fusione con gli stessi. Il brianzolo, sia
pure con le parlate leggermente diversificate da paese a paese ed anche da
quartiere a quartiere, è ancora usato e/o compreso in Brianza, specie dalle
persone più anziane.
Sulla Brianza nel blog sono presenti altri articoli interessanti, tra i quali:
Le antiche tradizioni popolari brianzole: https://colnaghistoriaestorie.blogspot.com/2013/11/le-tradizioni-popolari-brianzole-nel.html
L'allevamento del baco da seta: https://colnaghistoriaestorie.blogspot.com/2015/03/canti-riti-e-superstizioni-attorno.html
Le trasformazioni sociali in Brianza: https://colnaghistoriaestorie.blogspot.com/2016/01/le-trasformazionisociali-e-culturali.html
Carrettieri e cavallanti: https://colnaghistoriaestorie.blogspot.com/2015/06/carrettieri-e-cavallanti-brianza.html
I proverbi della medicina popolare: https://colnaghistoriaestorie.blogspot.com/2016/12/iproverbi-della-medicina-popolare-in.html
Il nuovo destino di Verderio Superiore: https://colnaghistoriaestorie.blogspot.com/2016/04/quei-quattordici-mesi-che-cambiarono-il.html
Don Enrico Colnaghi di Cassago Brianza: https://colnaghistoriaestorie.blogspot.com/2017/04/don-enrico-colnaghi-il-curatino-di.html
Segni del sacro in Brianza: https://colnaghistoriaestorie.blogspot.com/2018/05/pittura-devozionale-e-segni-del-sacro.html
La corte nell'alta pianura: https://colnaghistoriaestorie.blogspot.com/2019/11/la-corte-pluriaziendaledellalta-pianura.html
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