venerdì 10 febbraio 2017

Augusto Daolio, se fosse con noi avrebbe settant'anni

(Novellara, 18 febbraio 1947 - 7 ottobre 1992) 


Per saperne di più su Augusto Daolio e sui  Nomadi, questo blog contiene un interessante articolo al quale si può accedere cliccando sul seguente collegamento: http://colnaghistoriaestorie.blogspot.it/2013/05/augusto-daolio-e-i-nomadi-verderio.html

giovedì 2 febbraio 2017

Bohumil Hrabal, geniale e dissacrante scrittore del Novecento europeo

Ho vinto me stesso. Ho raggiunto il culmine del vuoto.
Ecco, adesso ho quanto mi sono costruito, sono servito.
Konstantin Biebl saltò dalla finestra, ma prima,
molto tempo prima, si era fatto dipingere un quadro
da Jindřich Štyrský, un uomo che cade all’indietro
dalla finestra, come quando volti pagina. Così.
B. Hrabal, Il flauto magico
 
Il 3 febbraio 1997 Bohumil Hrabal si gettò dalla finestra dell’ospedale Bulovka di Praga.
Dove cercare la chiave della sua misteriosa morte: nelle opere o nella biografia? Un uomo che ha amato molto la vita può arrivare al compimento dell’estremo gesto del suicidio?
A venti anni dalla scomparsa di uno dei maestri della letteratura europea del Novecento, autore di Treni strettamente sorvegliati, Una solitudine troppo rumorosa e Ho servito il re d’Inghilterra, oggi si cerca ancora di dare una risposta a questo inquietante interrogativo.
Con questo pezzo cerco, senza la pretesa di essere esaustivo, di ripercorrere l’intensa e ricca esistenza di Hrabal, dall’infanzia nel birrificio di Nymburk, nella Boemia centrale, alle prime esperienze letterarie, dalla breve adesione al comunismo ai rapporti sempre più difficili con il potere, che mise al bando molte delle sue opere.

La vita di Bohumil Hrabal ebbe un’evoluzione drammatica fin dal periodo prenatale. Si racconta che alcuni mesi prima di nascere Marie Kiliánové, la futura madre, tornò a casa e disse ai genitori che aspettava un bambino e che il suo uomo non voleva riconoscere il figlio. L’irascibile nonno Tomáš prese il fucile da caccia e spinse Marie in cortile, gridando di mettersi in ginocchio che le avrebbe sparato. La nonna Kateřina uscì in cortile e disse a tutti di smettetela: “Venite a mangiare altrimenti la minestra di fagioli si raffredda”.

La famiglia Hrabal in una foto del 1920. Bohumil è al centro tra i genitori.
 
Il 28 marzo 1914 Bohumil Kilian nacque nella casa dei nonni materni, a Židenice, un piccolo sobborgo di Brno, nella Moravia austro-ungarica. Raccontava Hrabal dei nonni: “Quando andarono ad abitare in via Balbinova alla fine dell’Ottocento, cominciarono così: la nonna possedeva una sveglia, il nonno un boccale per la birra. Lavoravano entrambi nella filanda della ditta Heinrich Pisko, in via Bratislavska”.
Nel 1916, la madre, Marie Kiliánové, si trasferì con il piccolo Bohumil a Polná, nella Moravia meridionale, dove, nello stesso anno, sposò František Hrabal, che lavorava come contabile nel locale birrificio.
Tre anni più tardi, quasi un anno dopo la nascita della Repubblica Cecoslovacca, František Hrabal venne assunto come amministratore della fabbrica di birra di Nymburk, dove la famiglia si trasferì. Qui frequentò le scuole elementari e le medie. 

“A Nymburk abitavo lontano, molto fuori città, nei campi e vicino al fiume Labe; a Polná mi muovevo liberamente, come un bambino che appartiene a tutti, ero coccolato da tutti, mentre a Nymburk ero solo, ero figlio del capocontabile, ma appartenevo ormai a una famiglia di signori“ (Bohumil Hrabal, Ricordo solo e soltanto i giorni di sole).

Abituato a vivere in libertà, Bohumil a scuola soffriva e le sue pagelle dimostrano che non era uno scolaro bravo e diligente. Nel 1926 si iscrisse al liceo scientifico di Nymburk e nel 1935 cominciò a frequentare la facoltà di Giurisprudenza all’Università di Praga.
Nella sua vita Hrabal svolse numerosi mestieri: minutante notarile, commesso viaggiatore, operaio siderurgico, magazziniere, imballatore al macero che hanno lasciato tracce profonde nella sua scrittura. Grazie all’impiego nelle ferrovie, Hrabal, come molti altri studenti e giovani intellettuali, poté evitare il Totaleinsatz (lavori forzati in Germania) e la partecipazione diretta alla guerra.
Passando dalla lirica al romanzo, attraverso una serie di fortunati racconti, Hrabal riuscì a unire comicità e gusto affabulatorio a racconti surrealisti. I suoi inizi lirici si mossero nei limiti di una poetica decadente e simbolista. Più tardi, però, fulcro della produzione di Hrabal divenne la prosa breve, caratterizzata agli esordi da un disordinato affastellamento di storielle e aneddoti dalla scanzonata comicità, sempre sostenuti da un linguaggio corposo e liricheggiante.
Nei primi anni Cinquanta, trasferitosi nel quartiere praghese di Libeň, partecipò ad una brigata nelle fonderie di Kladno, venti km a nord di Praga, la cui esperienza del duro lavoro manuale e del contatto con gli operai segnò una svolta nella percezione del mondo e nella sua poetica, ossia diede inizio alla fase del realismo totale.

“E così lasciai Nymburk e a Libeň ricominciai a vivere, facendo il pendolare con Kladno e le fonderie Poldi. E lì vivevo in modo tale che la lirica riflessiva si allontanò da me… e raggiunsi la realtà nuda, e scrivevo come un reporter, come se scrivessi per un giornale, per il pubblico (Bohumil Hrabal, Una biografia un po’ differente).

Hrabal con la moglie Eliška
 
Nel 1956 Hrabal si sposò allo Zámeček di Libeň con Eliška Plevová, soprannominata Pipsi, il grande amore della sua vita. Nel 1965 uscì il libro forse più famoso e più tradotto, Treni strettamente sorvegliati, dal quale Hrabal, insieme al regista Jiří Menzel, trasse una sceneggiatura cinematografica. Il film uscì un anno dopo e replicò il successo del libro, ottenendo l’Oscar come miglior film straniero. Il nome di Hrabal cominciò a fare il giro del mondo.

Dopo l’invasione della Cecoslovacchia da parte degli eserciti del Patto di Varsavia il 21 agosto 1968, e la successiva crisi politica, che gli costò sette anni di silenzio forzato, due libri mandati al macero e una pubblicazione incompleta e cronologicamente sfasata dei suoi testi, comparirono in Hrabal forme narrative più ampie e vicine al romanzo. Alla trilogia ambientata a Nymburk (Postřižiny, 1976; trad. it. La tonsura, 1987; Městečko, ve kterém se zastavil čas, 1978, trad. it. La cittadina dove il tempo si è fermato, 1992; Harlekýnovy milióny, 1981, I milioni di Arlecchino), seguirono due autentici capolavori: Obsluhoval jsem anglického krále (trad. it. Ho servito il re d'Inghilterra, 1986), scritto nel 1971 ma pubblicato nel 1982, e Příliš hlučná samota (trad.it. Una solitudine troppo rumorosa, 1987), scritto nel 1976 ma pubblicato nel 1980. A questi lavori si aggiunse il quasi picaresco Něžný barbar (trad. it. Un tenero barbaro, 1994) che, scritto nel 1973, venne pubblicato soltanto nel 1981.
Gli anni Ottanta hanno rappresentato quindi per Hrabal essenzialmente il momento della pubblicazione, in patria, ma più spesso all'estero, di testi del decennio precedente o di manoscritti degli anni giovanili, mentre la sua scrittura sempre più inclina al ricordo in brevi testi memorialistici, ma soprattutto in un'ampia trilogia autobiografica raccontata per bocca della moglie.

 Con Federico Fellini nel 1988

Nel 1994 a Praga con Vaclav Havel (presidente della Repubblica Ceca) e Bill Clinton (presidente degli Stati Uniti)

Nel settembre 1988 Hrabal venne in Italia per ricevere il premio letterario “Isola d’Elba – Raffaello Brignetti” per il libro Una solitudine troppo rumorosa. Durante la permanenza nel nostro Paese volle incontrare Federico Fellini, del quale era un grande estimatore.
Nel 1993 ricevette il premio Jaroslav Seifert, il più prestigioso premio letterario ceco, per una sua trilogia autobiografica e, inoltre, sempre nel corso dei primi anni Novanta, ebbe numerosi altri riconoscimenti, soprattutto all’estero, tra i quali, nel 1996, la laurea honoris causa in Lettere da parte dell’Università di Padova e la candidatura al premio Nobel per la letteratura.

Lo scrittore, a causa di una prolungata artrosi che rendeva difficoltosa e dolorosa la camminata, nel mese di dicembre 1996 venne ricoverato nell’ospedale praghese della Bulovka, nel reparto di ortopedia. Il 3 febbraio 1997 Bohumil Hrabal si buttò dalla finestra del quinto piano dell’ospedale praghese. Il 28 marzo avrebbe compiuto 83 anni.



La tomba di Bohumil Hrabal

Venne cremato e le sue ceneri furono riposte nella tomba di famiglia presso il piccolo cimitero di Hradišt’ko, nelle vicinanze di Nymburk.

Beniamino Colnaghi
 
Note
Le prime quattro fotografie pubblicate sono tratte dal libro Hrabal: Immagini di un tenero barbaro, dall’archivio fotografico di Tomáš Mazal, Forum, 2005.
Le fotografie della tomba di Hrabal sono state scattate da me lo scorso anno.