Nel
blog Storia e storie di donne e uomini
sono contenuti articoli, tracce e testimonianze circa la profonda devozione
verso il sacro e i simboli religiosi delle genti brianzole. Per riprendere un
concetto già espresso in altri post, la profonda e secolare tradizione per il culto
mariano e la vita dei santi ai quali i contadini erano più legati ha portato
alla costruzione e alla dedicazione di numerosissimi santuari, cappelle ed
edicole sacre. La nascita di nuovi santuari e di edifici di culto alla Vergine,
ad esempio, venne favorita dalla riforma tridentina ed in particolar modo da
san Carlo Borromeo. Tali edifici ebbero una maggiore diffusione nelle campagne
brianzole, ove la tendenza alla conservazione di un proprio sistema sacro di
riferimento si è protratto sino all’età contemporanea.
In
un mondo quasi fermo e stanziale, come era quello rurale, le festività religiose
e quelle del santo patrono o dei pellegrinaggi ai santuari erano fra le poche
occasioni per uscire dalle ristrettezze della vita e uscire dal piccolo ambito
del villaggio. Spesso il pellegrinaggio veniva svolto per chiedere una grazia
particolare a Maria, per sé e per i propri cari, a causa di una malattia, un
incidente o solo per evitare una sciagura o un’epidemia. Il ringraziamento si
traduceva allora in un dono votivo offerto alla Madonna, un ex voto che
significava secondo la promessa fatta.
Fra le varie forme di doni votivi donati alla Vergine, il primo posto spettava
al dipinto su tavola o su tela, che illustrava l’azione che aveva determinato
la grazia. In alcuni santuari brianzoli il loro numero è notevole, come nel
caso del santuario della Beata Vergine del Soccorso a Ossuccio, ove sono
conservati 159 quadri, o nel santuario del Santissimo Crocifisso a Como, al cui
interno sono custoditi 377 dipinti votivi, o, ancora, nel santuario della
Madonna del Bosco a Imbersago(1), certamente il più noto e
frequentato tra i templi mariani briantei, nel quale sono conservate 112 opere
dipinte. Anche nel santuario di Santa Maria Nascente di Sabbioncello di Merate
una grande parete è affrescata da numerosi ex voto popolari(2).
Una panoramica e suggestiva fotografia del santuario di Ossuccio e un ex voto
Una
parte non piccola del patrimonio votivo dei santuari è andato perduto, disperso
o danneggiato a causa di anni di abbandono, durante i quali non è stato
riconosciuto il loro valore storico, artistico e di fede. Oltre ai santuari
sopraccitati ve ne sono altri nella Brianza lecchese e comasca che contengono
dipinti e affreschi ex voto di buona fattura, tra i quali il santuario della
Beata Vergine della Neve di Cucciago e la Madonna di Rogoredo ad Alzate
Brianza.
Una
parte consistente degli ex voto giunti fino a noi sono riconducibili al XIX
secolo, ma un numero certamente non trascurabile appartiene ai secoli precedenti.
Soltanto nel santuario comasco del Crocifisso 25 tavolette appartengono al
Seicento, come pure in quello di Sabbioncello di Merate e a Ossuccio, nel
santuario della Madonna del Soccorso, dove sono conservati ben 74 quadri votivi
del Seicento e 36 del Settecento.
Il santuario del Santissimo Crocifisso di Como e tre quadretti ex voto
Oltre
alla pittura votiva, va segnalata anche la grande diffusione della pittura
devozionale nelle cascine e nelle case dei contadini(3). Pittori itineranti,
talvolta gli stessi che dipingevano nei santuari, raffiguravano sulle pareti
del porticato della dimora rurale, sopra le porte d’ingresso delle case ed
anche negli stretti vicoli del borgo le immagini dei santi protettori del luogo
e degli animali. Tra i più diffusi qui in Brianza vi erano san Giobbe,
sant’Antonio Abate, san Sebastiano, san Rocco o il Crocifisso e la Vergine.
I
dipinti votivi e devozionali, oggi, che abbiamo tecniche e sensibilità maggiori
rispetto al passato, ci permettono di capire e documentare, non solo le
modalità di rappresentazione utilizzate nella realizzazione dei dipinti, ma
anche, in modo analitico e con dovizia di particolari, le circostanze e la
scena dell’avvenimento. L’apporto che questi dipinti possono dare alla
conoscenza del paesaggio e dell’ambiente rurale è assolutamente rilevante e
degno dell’attenzione che negli ultimi decenni si è riservata loro. In una
delle più note e preziose tavolette di Imbersago, ad esempio, il frescante,
raffigurando la rovinosa caduta di una donna, si sofferma anche sugli interni
della sua abitazione, adattata in quel momento all’allevamento dei bachi da
seta(4). Possiamo in questo modo
conoscere la disposizione del castello dei bachi, l’ordinamento dei graticci e
la localizzazione del camino.
Oppure
anche il quadro presso Alzate Brianza, raffigurante un uomo risparmiato da un
fulmine, ci illustra le caratteristiche ambientali, le condizioni atmosferiche
e l’esatta dinamica dell’accaduto.
Le foto che seguono ritraggono la cappella del miracolo e alcuni quadretti ex voto presso il santuario della Madonna del Bosco di Imbersago
Per
mezzo di un ex voto del 1847 presso il santuario di Cucciago veniamo invece a
sapere informazioni circa la costruzione della galleria ferroviaria che
attraversa il colle fra Minoprio e Cucciago, sulla cui sommità, il 15 luglio
del 1847, avvenne un incidente.
Per
valutare quindi gli ex voto si possono usare più punti di osservazione, quali
quello storico, quello antropologico, quello relativo alla documentazione di
fede, come attestazione di pietà popolare, come possibilità di esprimere con
mezzi poveri un ringraziamento. L’ex voto e gli affreschi devozionali sono
innanzitutto dipinti realizzati da pittori su un determinato supporto,
attraverso una tecnica che gli è consona e secondo canoni a lui noti. In base a
un’indagine condotta da Natale Perego, dei 122 dipinti conservati nel santuario
di Imbersago, quasi la metà sono stati realizzati su carta, oltre un terzo su
tela e il residuo su tavola.
Nel
corso del Novecento, presso il santuario della Madonna dei Miracoli di Cantù si
è affermata l’usanza di far dono di un merletto in pizzo evocativo
dell’immagine della Vergine. Oggi sono decine e decine i merletti incorniciati
collocati accanto alla sacra immagine di Maria, sull’altare maggiore del
santuario.
Come
è sempre stato in numerosi templi mariani, ove la tradizione ha imposto forme
di ringraziamento diverse dalle tavolette dipinte o dagli affreschi murali, dopo
la metà del secolo scorso il dono votivo cominciò a contemplare cuori
argentati, ricami con scritto Grazia Ricevuta, merletti o ex voto fotografici.
Con
l’inoltrarsi del Novecento e lo sviluppo dei veicoli a motore mutarono anche le
circostanze oggetto del dono votivo, come a Imbersago e al santuario della
Madonna di Rogoredo, divennero preminenti gli ex voto offerti dai sopravvissuti
a incidenti stradali.
Tuttavia,
malgrado gli sforzi compiuti negli ultimi decenni, la salvaguardia e la
valorizzazione di questo importante patrimonio conservato nei santuari briantei
è ancora una questione in parte irrisolta, che necessita di essere affrontata
con più determinazione e, soprattutto, con più competenze e risorse.
Beniamino Colnaghi
Note
1. Il santuario della Madonna del
Bosco: http://colnaghistoriaestorie.blogspot.it/2014/05/la-storiella-di-bertoldo-raffigurata-al.html
2. Il santuario di
Sabbioncello: http://colnaghistoriaestorie.blogspot.it/2017/07/il-santuario-ed-il-convento-di-santa.html
3. La Madonna de La Salette: http://colnaghistoriaestorie.blogspot.it/2013/09/la-madonna-di-la-salette-verderio.html
4. Il baco da seta:
http://colnaghistoriaestorie.blogspot.it/2015/03/canti-riti-e-superstizioni-attorno.html
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