Nascita e storia di tre regioni europee
Nel
corso dello studio e della ricerca di dati e informazioni propedeutiche alla
stesura del pezzo intitolato “Le terre orientali dell’Impero austro-ungarico”(1)
mi sono imbattuto in alcune regioni confinanti con i territori orientali
governati dagli Asburgo, ma appartenute storicamente, seppur in maniera non
continuativa e lineare, al Regno di Romania, all’Impero russo ed a quello ottomano.
Le
tre regioni di cui intendo oggi tracciare la storia erano anch’esse, come la
maggior parte di quelle appartenute al dominio austro-ungarico, un crogiolo di popoli e etnie, un punto d’incontro di stirpi e
di fedi religiose. Essendo terre di confine di grandi imperi erano certamente ritenute secondarie, meno importanti, e poco note
rispetto al centro del potere ma, nella loro struttura erano presenti secoli di
storia e di cultura ed una composizione sociale complessa.
I territori in colore rosa appartenuti all'Impero Romano
Nel
cuore della Moldavia, abitata anticamente dai Daci, diventata poi provincia
Romana e, in tempi molto più recenti, accorpata prima all'Unione Sovietica e
dopo il crollo di quest’ultima diventata Repubblica Moldava, c’è una regione
autonoma del tutto indipendente, con una sua lingua, un suo parlamento, la sua
banca e le sue tradizioni. È la
Gagauzia, che, oggi, guarda con occhio più benevolo alla Russia, piuttosto che
all’Europa. Qui le carte geografiche e i confini sono labili. Il passato non
aiuta a capire. Questo è un angolo dei Balcani, vicino al Delta del Danubio, da
sempre crocevia di razze, lingue e religioni diverse, dove topografie di imperi
e paesaggi si sono sovrapposte in continuazione, cancellando anche il ricordo
di regioni che una volta erano qui: Galizia, Rutenia, Bucovina, Podolia,
Valacchia, Bessarabia. E dove anche i nomi delle città e dei luoghi sono in più
lingue. Come il capoluogo della Gagauzia, Comrat, che ha una sua versione in
gagauzo, rumeno, russo, ucraino, bulgaro. Ma i gagauzi, a maggioranza
ortodossa, pare abbiano le idee molto chiare sul loro destino se nell’ultimo
censimento più del 70% degli oltre 160mila abitanti si è dichiarato tale.
La Gagauzia e la Transnistria, regioni della Moldova
I gagauzi cominciarono a popolare questa regione a
partire dal 1812, provenendo dalla Bulgaria orientale. Nello
stesso periodo e nella medesima area s'insediò una numerosa comunità di
bulgari.
Dal
punto di vista storico-culturale non vi è nulla di particolare e rilevante da
citare nelle città della Gagauzia, se si eccettua una cattedrale ortodossa a
Comrat che risale al 1820. Dopo la recente secessione della Crimea e del
Donbass dall’Ucraina alla Russia, i gagauzi hanno cominciato a spostarsi
stagionalmente verso questi nuovi territori “russificati” in cerca di fortuna. Attualmente
il legame con Mosca costituisce uno dei fondamenti dell’identità di questa
regione autonoma nel sud della Moldavia. Il popolo gagauzo è cresciuto con
l’idea dell’Unione Sovietica come patria e conserva un miglior ricordo dei
russi, piuttosto che dei rumeni e dei bulgari.
Fino
all’autunno del 1989, l’anno degli sconvolgimenti in Europa orientale e in Unione
Sovietica, nessuno aveva sentito parlare di Gagauzia. Tre giorni dopo la caduta
del Muro di Berlino venne proclamata la nascita della Repubblica socialista
sovietica autonoma di Gagauzia. Nessuno se ne accorse, probabilmente nemmeno i moldavi,
a cui quella regione apparteneva. Nel mese di agosto del 1990 i gagauzi
rivendicarono il diritto all’autonomia, pur con la volontà di rimanere
nell’Urss. Il mese dopo nella vicina Transnistria fecero lo stesso, anche se
poi tutto si impantanò. Un anno più tardi la Moldavia diventò indipendente e
l’Urss cessò di esistere. Nel 1994 la Moldavia riconobbe lo statuto speciale
della regione.
Tiraspol, "capitale" della Transnistria. La statua di Lenin svetta davanti al parlamento
La Transnistria,
come si può notare sulla mappa, è un sottilissimo lembo di terra a est del
fiume Dnestr, tra Moldavia e Ucraina. Uno stato indipendente de facto dal 1991 perché
non è riconosciuto dalla comunità internazionale. I suoi abitanti la chiamano
"Repubblica Moldava di Pridnestrovie" e sono fermamente convinti che
sia un paese "vero", con tanto di confini, di un presidente, con elezioni
politiche, un esercito, la polizia ed un servizio di intelligence, che si
chiama ancora Kgb. La lingua ufficiale è il russo. E anche la moneta della Moldavia,
il leu, non serve a nulla: qui si paga con il rublo della Transnistria. Al
massimo con il rublo di Mosca.
Storicamente nel XV secolo l'area finì sotto il
controllo dell'Impero ottomano.
A quel tempo, la popolazione era scarsa, di etnia mista moldavo-rumena e
ucraina, con presenza di nomadi tartari.
Alla fine del XVIII secolo
ci fu la colonizzazione della regione da parte dell'Impero russo,
con lo scopo di difendere i propri confini di sud-ovest. La conseguenza fu una
consistente immigrazione di ucraini, russi e tedeschi. Nel 1918 il
Direttorato di Ucraina proclamò la sua sovranità sulla parte sinistra del fiume
Nistro. A quel tempo la popolazione era molto variegata, con prevalenza moldavo-rumena.
La regione
divenne poi l'Oblast' autonomo di Moldavia nell'ambito della Rss (Repubblica Socialista Sovietica) di Ucraina. L'entità fu trasformata in Repubblica
Autonoma Moldava con capitale Balta, nel 1924. La maggioranza della popolazione
era di madrelingua rumena e nelle scuole s'insegnava perciò la lingua rumena
usando l'alfabeto cirillico. La Repubblica Socialista Sovietica di Moldavia fu istituita da una decisione del Soviet Supremo dell'Urss il 2 agosto 1940.
Era formata da due parti: una buona parte della Bessarabia, sottratta alla Romania il 18 giugno a seguito del patto Molotov-Ribbentrop e
la parte occidentale della preesistente Repubblica Autonoma Moldava, mentre la
parte orientale, con la precedente capitale Balta, era annessa alla Rss di
Ucraina.
Nel 1941 le truppe rumene, all'inizio dell'Operazione Barbarossa, ripresero la Bessarabia ma continuarono l'avanzata oltre il confine storico
lungo il corso del Nistro. La Romania
annesse poi ad interim l'intera regione tra il Nistro e il fiume Bug meridionale, dove era
presente una consistente minoranza romena, includendo la città portuale di Odessa, che in seguito entrò a far parte
dell'Ucraina. L'Unione Sovietica riguadagnò l'area nel 1944
quando l'Armata Rossa penetrò nel
territorio facendo indietreggiare le Potenze dell'Asse.
La Rss Moldava fu oggetto di una
politica di sistematica russificazione,
ancor più dura di quella del periodo zarista. Il cirillico divenne la scrittura ufficiale
della lingua moldava nella repubblica, mentre
il russo era la lingua di comunicazione interetnica.
La maggior parte
delle industrie che furono create nella Rss Moldava, allo scopo di attirare
immigrati dal resto dell'Urss, era concentrata nella Transnistria, mentre la
parte della Moldavia a ovest del Nistro manteneva un'economia prevalentemente
agricola.
La
Transnistria si staccò dalla madrepatria già al crollo dell'Urss, nel 1990,
quando l'allora Repubblica sovietica di Moldavia dichiarò la sua indipendenza.
Seguirono una guerra civile e un cessate il fuoco che "congelò" il
conflitto per 25 anni, senza mai giungere a un vero e proprio trattato di pace.
La Transnistria gode quindi di un'indipendenza di fatto, e i suoi confini sono
pattugliati da circa 1.200 peacekeeper russi. In effetti, molti transnistriani,
pur manifestando patriottismo per il loro piccolo paese, restano legati a
Mosca, tanto che nel 2014 il governo ha chiesto l'annessione alla Russia. I
rapporti con la Russia sono intensi sia sul piano politico sia militare. La
recente crisi ucraina e la volontà dell’Ucraina occidentale di spostarsi nella
sfera d’influenza di Bruxelles preoccupa Mosca anche riguardo alla possibile
condizione della Transnistria, che si troverebbe in quel caso schiacciata tra
due repubbliche europee.
Orgogliosi
e convinti delle loro radici russe, i transnistriani sono ormai abituati a
vivere in una terra di confine, in una zona franca e deregolamentata che
favorisce lo sviluppo di diverse attività locali e incrementa il loro misero
reddito.
La Bessarabia
Nell’Ucraina
meridionale, tra i grandi fiumi Prut a occidente, Dnestr a est e il delta del Danubio
a sud, esiste una regione dal nome quasi esotico: Bessarabia, l’antico
termine con il quale si definiva gran parte dell’attuale Moldavia, ma che oggi
indica quasi esclusivamente il Budjak, o Bessarabia storica, una regione che
appartiene all’Ucraina.
Nel corso
degli ultimi secoli, così come lo è oggi, la Bessarabia è stata una terra di
confine tra popoli e proprio per questo fattore è stata un
crogiolo di lingue e culture. Si trova al confine tra Moldavia e Romania e
vicina alla Transnistria ed alle sue basi militari russe.
All’inizio del medioevo subì le invasioni o venne
attraversata da decine di diversi popoli barbari che in quei secoli migravano
verso occidente (gli ultimi ad arrivare furono gli slavi). Nel corso dei
secoli, la Bessarabia fu dominata da vari principati slavi ortodossi o di
lingua rumena. Con l’ascesa dell’Impero ottomano divenne prima un suo stato
vassallo e poi parte del territorio imperiale. Più avanti ancora, divenne una
delle terre di conflitto privilegiate tra l’Impero ottomano e la Russia degli
zar. Questo succedersi di migrazioni, invasioni e dominazioni ha reso la
Bessarabia un insieme di etnie, lingue e popoli molto diversi. Oggi circa metà
dei suoi 570mila abitanti sono ucraini, il resto sono russi, moldavi, rumeni,
bulgari, albanesi e gaugasi, un popolo di lingua turca e religione musulmana.
Altri popoli, come tedeschi e mongoli, vivevano nella regione, ma sono stati
cacciati nel corso di periodiche pulizie etniche. Nella Bessarabia di oggi
quasi tutti gli abitanti parlano anche russo.
Oggi la Russia esercita la sua influenza di grande
potenza in tre aree all’interno o vicino all’Ucraina: la Crimea, l’Ucraina
orientale e, come abbiamo appena letto, la Transnistria.
Almeno da quanto si legge sui giornali pare che la Russia sia molto interessata
ad unire questi tre territori, tutti attualmente separati gli uni dagli altri.
Lo snodo chiave, il territorio che potrebbe fare da cerniera a queste tre aree,
è proprio la Bessarabia.
Storia e formazione degli Stati dell
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