La prima guerra mondiale fu il risultato
di un lungo periodo di tensioni tra le principali potenze europee. La Germania,
in particolare, voleva imporsi come paese guida del continente, contrastata
dall'Inghilterra e dalla Francia, desiderosa quest’ultima di una rivincita dopo
la sconfitta del 1870. L'impero austro-ungarico e quello russo vedevano invece
minacciata la loro integrità dalle richieste di indipendenza dei diversi popoli
sottomessi.
Il conflitto scoppiò dopo l'assassinio di Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria, avvenuto a Sarajevo il 28 giugno 1914. L'Austria ne ritenne responsabile la Serbia, dichiarandole guerra. Il meccanismo delle alleanze fece entrare nel conflitto Gran Bretagna, Francia e Russia da un lato, e dall'altro Germania e Austria. L'Italia si mantenne per il momento neutrale. L'esercito tedesco cercò di cogliere di sorpresa la Francia con un rapido attacco sul fronte occidentale. Invaso il Belgio neutrale, i Tedeschi penetrarono nel territorio nemico ma furono sconfitti nella battaglia della Marna. La guerra di movimento divenne così guerra di posizione, combattuta nelle trincee. Intanto sul fronte orientale l'esercito tedesco occupò la Polonia.
Nel maggio del 1915 anche l'Italia, inizialmente alleata con la Germania e l’Austria-Ungheria, entrò in guerra a fianco di Francia, Inghilterra e Russia, dopo lunghi e accesi contrasti interni tra i partiti politici. I favorevoli all’intervento erano convinti che la guerra fosse necessaria per completare l'indipendenza nazionale con la conquista di Trento e Trieste e di altri territori. La guerra proseguì con esiti sempre più drammatici e sanguinosi. Tra le battaglie combattute sul fronte tirolese, quella sulla linea Tre Cime di Lavaredo, Monte Piana e Monte Cristallo fu una lunga e sanguinosa serie di terribili scontri in montagna, avvenuti principalmente sulla sommità del monte Piana, facente parte del massiccio delle Dolomiti di Sesto, dove, tra il 1915 e il 1917, si consumarono alcuni dei più violenti scontri tra soldati italiani e austro-ungarici, che per ben due anni lottarono sulla sommità pianeggiante di questo monte. Fu uno dei teatri più sanguinosi e statici di tutta la guerra, e nonostante la netta superiorità di uomini e armamenti del Regio Esercito, i comandi italiani non furono mai in grado di conquistare le postazioni dominanti sul monte, occupate dagli austriaci. Ma i caduti duranti questi scontri furono alcune migliaia, non solo a causa dei combattimenti, ma anche a seguito di epidemie, malattie, slavine, gelo.
Il conflitto scoppiò dopo l'assassinio di Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria, avvenuto a Sarajevo il 28 giugno 1914. L'Austria ne ritenne responsabile la Serbia, dichiarandole guerra. Il meccanismo delle alleanze fece entrare nel conflitto Gran Bretagna, Francia e Russia da un lato, e dall'altro Germania e Austria. L'Italia si mantenne per il momento neutrale. L'esercito tedesco cercò di cogliere di sorpresa la Francia con un rapido attacco sul fronte occidentale. Invaso il Belgio neutrale, i Tedeschi penetrarono nel territorio nemico ma furono sconfitti nella battaglia della Marna. La guerra di movimento divenne così guerra di posizione, combattuta nelle trincee. Intanto sul fronte orientale l'esercito tedesco occupò la Polonia.
Nel maggio del 1915 anche l'Italia, inizialmente alleata con la Germania e l’Austria-Ungheria, entrò in guerra a fianco di Francia, Inghilterra e Russia, dopo lunghi e accesi contrasti interni tra i partiti politici. I favorevoli all’intervento erano convinti che la guerra fosse necessaria per completare l'indipendenza nazionale con la conquista di Trento e Trieste e di altri territori. La guerra proseguì con esiti sempre più drammatici e sanguinosi. Tra le battaglie combattute sul fronte tirolese, quella sulla linea Tre Cime di Lavaredo, Monte Piana e Monte Cristallo fu una lunga e sanguinosa serie di terribili scontri in montagna, avvenuti principalmente sulla sommità del monte Piana, facente parte del massiccio delle Dolomiti di Sesto, dove, tra il 1915 e il 1917, si consumarono alcuni dei più violenti scontri tra soldati italiani e austro-ungarici, che per ben due anni lottarono sulla sommità pianeggiante di questo monte. Fu uno dei teatri più sanguinosi e statici di tutta la guerra, e nonostante la netta superiorità di uomini e armamenti del Regio Esercito, i comandi italiani non furono mai in grado di conquistare le postazioni dominanti sul monte, occupate dagli austriaci. Ma i caduti duranti questi scontri furono alcune migliaia, non solo a causa dei combattimenti, ma anche a seguito di epidemie, malattie, slavine, gelo.
Il monte Piana avvolto dalle nuvole
Le Tre Cime di Lavaredo viste dal lago di Misurina
Sotto la Croda dell’Acqua, in località
oggi chiamata Sorgenti, a circa 9 km da Dobbiaco, venne sistemato il centro di
medicazione austriaco. Dalle trincee i feriti si conducevano nelle strutture predisposte
alla medicazione e cura e divisi in casi lievi, gravi e “senza speranza”. I
medici operavano solo i casi più urgenti mentre il compito principale dei
sanitari era preparare i militari al trasporto negli ospedali. Nelle baracche
del campo di Croda dell’Acqua si potevano accogliere fino a 2.000 soldati. Chi
moriva nell’infermeria veniva seppellito nelle immediate vicinanze del posto di
soccorso centrale austriaco, senza che venisse fatta alcuna distinzione tra le varie
nazionalità. Così nel 1915 nacque il cimitero di guerra di Sorgenti.
Dopo l’annessione dell’Alto Adige
all’Italia, l’esercito italiano si assunse il compito di raggruppare i numerosi
piccoli cimiteri disseminati sulle linee di guerra in pochi cimiteri centrali.
Il trasferimento dei corpi avvenne tra il 1926 e il 1938. Nel cimitero di Sorgenti
confluirono i corpi dei caduti seppelliti nei cimiteri nei dintorni. Mentre i caduti
tedeschi e austriaci, di “etnia e madrelingua tedesca”, vennero trasportati in
altri cimiteri presenti in patria, a Sorgenti arrivarono le salme dei caduti
delle altre nazionalità, compresi “gli altri austriaci”, ossia quelli
appartenuti a tutte le altre regioni dell’Impero austro-ungarico, ormai dissolto.
Furono 1.259 i soldati che trovarono l’eterno riposo in questo cimitero, tra i
quali, secondo la lista compilata all’epoca, moltissimi italiani residenti
nelle località appartenute all’Impero e 268 russi, 147 serbi, 145 polacchi, 121
ungheresi, 45 romeni, 7 sloveni.
Il cimitero di guerra Sorgenti, esteso su
un’area di 3.174 mq, oggi monumento nazionale, è in parte eretto su terreno del
“Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra” di Roma ed in parte su un terreno
privato.
Note
Le fotografie sono state scattate il 13 giugno 2018
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