domenica 20 dicembre 2015

Verderio, la chiesetta di Sant’Ambrogio

Prima dell’edificazione nel 1902 dell’attuale parrocchiale, dedicata ai santi Giuseppe e Floriano, la chiesetta di Sant’Ambrogio, insieme alla vecchia chiesa poi sconsacrata, costituiva il patrimonio di fede religiosa di Verderio, ex Superiore.
L’area in cui è inserita è di rara bellezza, perché porta con sé ricche testimonianze di storia locale.
L’origine della chiesetta dedicata a sant’Ambrogio non è nota. Supportata da alcune ricerche storiche, si può tuttavia presumere che la prima costruzione di una cappella, sul luogo ove oggi si trova la chiesina, possa risalire ai tempi di Ariberto, discendente da famiglia professante legge longobarda, la quale aveva beni fondiari in territorio bergamasco, in Brianza e possedeva all'estremo limite della Martesana la corte di Antimiano (Intimiano) presso Cantù, donde prendeva nome.
Il 28 marzo 1018 Ariberto fu ordinato arcivescovo di Milano.

 
Anticamente la chiesetta venne utilizzata nei giorni festivi dalla Confraternita del Santissimo Sacramento per recitare l’Ufficio. L’edificio appartenne per lungo tempo al Patronato Arrigoni Confalonieri, che incaricò un cappellano affinché celebrasse la messa.
Nel 1729 si ottennero le autorizzazioni necessarie per ricavare il sepolcro fuori dai cancelli dell’altare della chiesina per seppellire don Arrigoni, il quale è ricordato da una lapide che così recita: “Qui giace Giovanni Maria Arrigoni che morì il giorno 7 settembre 1729 all’età di ottant’anni”.
 
Il 2 ottobre 1738, a seguito della riedificazione dell’edificio sacro, l’arcivescovo di Milano, Carlo Gaetano Stampa, conferì a don Giuseppe Pozzi, parroco di Merate e Vicario Foraneo, la facoltà di benedire la chiesetta (detta Oratorio Pubblico) sotto il titolo di sant’Ambrogio.
Nel 1825, per volontà delle famiglie aristocratiche del luogo, Confalonieri e Ruscone, venne costruito il nuovo altare mentre cinquant’anni più tardi, esattamente negli anni 1876 e 1878, la famiglia Gnecchi Ruscone, nuova proprietaria dell’immobile, finanziò un radicale restauro dell’interno della chiesina, fece costruire alcuni locali che adibì a sacrestia e tribune e ne dismise altri che divennero l’abitazione del cappellano. Nel 1953 venne rimosso il quadro di sant’Ambrogio per consentire la realizzazione di una nicchia sopra l’altare, nella quale venne collocata la statua della Madonna Pellegrina.
 
Nell’ultimo decennio sono stati compiuti alcuni interventi di restauro, manutenzione e conservazione dell’immobile, l’ultimo dei quali è terminato da poche settimane.   
  
Beniamino Colnaghi
 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.