martedì 1 dicembre 2015

Storie e leggende del rock: Led Zeppelin

Sapevamo che ciò che stavamo creando sarebbe rimasto.   
Per questo non facevamo singoli ma solo il lavoro completo.
Cercavamo qualcosa di mai sentito prima, e credo che lo abbiamo trovato.
Jimmy Page, chitarrista dei Led Zeppelin

John Bonham era il batterista dei Led Zeppelin, noto negli ambienti musicali col soprannome Bonzo. Ancora oggi viene considerato uno dei più grandi batteristi della storia della musica rock. Il 24 settembre 1980 un assistente dei Led Zeppelin passò a prendere John a casa sua per accompagnarlo ai Bray Studios, dove il gruppo stava preparando il tour americano. Durante il percorso chiese di fermarsi al primo bar. Non ordinò la colazione ma si bevve, in pochi minuti, quattro bicchieri di vodka, quadrupli, si disse. Continuò a bere anche durante le prove. La sera stessa, Jimmy Page, il chitarrista della band, diede una festa nella sua nuova villa a Windsor. L’alcool scorse a fiumi, oltre a tutto il resto. Bonham, completamente ubriaco, si addormentò sul divano. Un collaboratore dei Led Zeppelin se lo caricò sulle spalle e lo portò in una camera da letto al piano superiore. Il giorno dopo, a pomeriggio inoltrato, lo trovarono morto nel letto, soffocato dal suo vomito. Dopo la morte di Bonham, gli altri tre componenti del gruppo presero la decisione di interrompere l'attività artistica con il nome di Led Zeppelin. Il 4 dicembre 1980 (quattro giorni prima dell’assassinio di John Lennon) comunicarono così la loro decisione:
«Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico e il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere – in piena armonia tra noi ed il nostro manager – che non possiamo più continuare come eravamo.»
 
 
Chi erano i Led Zeppelin? Quali furono le loro origini? In quale contesto nacquero?
Facciamo qualche passo indietro e ritorniamo al mitico 1968.
Tutto nasce da un'idea del chitarrista Jimmy Page. Dopo una lunga gavetta come session-man di artisti del calibro di Who, Joe Cocker e Nico, Page approda agli Yardbirds, storica formazione inglese che in precedenza aveva ospitato nomi come Eric Clapton e Jeff Beck. Sfornato l'ultimo singolo, nei primi mesi del 1968, il gruppo si scioglie. Per obblighi contrattuali Page rifonda il gruppo, sotto il nome di New Yardbirds. Il primo a essere reclutato è il suo amico John Paul Jones (al secolo James Baldwin), bassista/tastierista e anch'esso ricercato session-man. Sfumato il tentativo di reclutare il cantante/chitarrista Teddy Reid e il batterista dei Procol Harum, B.J. Wilson, Page, dopo aver assistito a un concerto degli sconosciuti Hobbstweedle, ingaggia il biondo cantante del gruppo, Robert Plant, dalla potentissima voce di stampo rock-blues. Dirà di lui Page: "Il solo ascoltarlo mi faceva sentire nervoso. A distanza di anni, accade ancora: il suo canto è una sorta di gemito primordiale". Su suggerimento di Plant, viene infine contattato il batterista John Bonham, dal drumming personale e potente, reso ancora più rumoroso dall'uso di foderare i rullanti e i tom di carta stagnola.
 
Soffermandoci ancora un attimo sugli Yardbirds, Jimmy Page influenzò e venne influenzato dagli altri membri della band inglese. Portatori sani del British blues, suonarono in tour con la più grande armonica a bocca della storia della musica, la leggenda Sonny Boy Williamson, dal quale pubblicarono un omonimo album, Sonny Boy Williamson and the Yardbirds. Insieme ai Beatles, agli Who ed ai Rolling Stones sono senza dubbio i protagonisti della British Invasion e di tutto quello che ne conseguirà, ma la caratteristica e la peculiarità dei Yardbirds sta nelle persone e soprattutto nelle personalità artistiche che componevano la band. Si perché non c`è stata nessuna altra band nella storia della musica che una volta scioltasi ha creato, con i nuovi percorsi dei componenti, dei solchi profondi come il letto del Nilo, in quanto seppur succedendosi, militarono rispettivamente: Eric Clapton, al basso Paul Samwell-Smith, sostituito da un certo Jimmy Page, che poi diventa la chitarra ritmica accanto a quella solistica di Jeff Beck, e tutti e quattro rispettivamente ed in modi diversi, dopo l`esperienza con gli Yardbirds, cambiarono per sempre il mondo della musica. Gli Yardbirds si sciolgono, come accennato, nel 68, anche se già in crisi dalla metà del 67 per via di questo concentramento di personalità troppo forti e artisti troppo virtuosi per stare tutti assieme nella stessa band.
Così un giovane Jimmy Page, che si era fatto le ossa accanto a due “mostri sacri” come Clapton e Beck, che avevano introdotto nella scena inglese nuove tecniche chitarristiche quali la distorsione, il feedback e il fuzz tone, decide di coinvolgere una serie di musicisti e sviluppare delle idee che aveva riguardo l`interpretazione di alcuni tipi di hard rock. Così dopo una tournée e lo scioglimento dei Yardbirds, nascono inizialmente i New Yardbirds, in modo da terminare degli impegni contrattuali, così Page autorizzato proprio da Relf a utilizzare il nome, accetta la proposta spontanea di un bassista di nome Jones Paul Jones a collaborare con loro, avendo saputo del probabile scioglimento e comunque della girandola di sostituzioni che vi era stata.
Per la voce aveva pensato a Terry Reid, che nella sua vita si permise di rifiutare due inviti ad essere la voce della band, infatti oltre a Page, disse di no anche alla proposta fattagli qualche tempo più tardi da Ritchie Blackmore a divenire il cantante dei Deep Purple.  Il quale però, pur permettendosi il lusso di dire questi due no storici e intraprendere una carriera da solista, suggerisce a Page un cantante di Birmingham, un certo Robert Plant. Con John Bonham alla batteria, nel 1969 cambiano il nome e nascono a Londra i Led Zeppelin, e da quel momento nel rock cambierà qualcosa per sempre.
 
 
Sono indiscutibilmente i padri dell’heavy metal, che appare concettualmente alla fine di un percorso di potenziamento tecnico e tecnologico ed altro non è che l'evoluzione del proto metal, dell'acid rock, dell’hard rock e del rock and blues. L’heavy metal ha ispirato tutta quella branca del rock che diventerà successivamente: speed metal, thrash metal, power metal, black metal, death metal e il doom metal, da cui nacquero, col tempo, una schiera di ulteriori sottogeneri. Hanno ispirato direttamente i Deep Purple e i Black Sabbath di Ozzy Osbourne, ma soprattutto hanno regalato oltre vari tipi di rock che spaziava da quello psichedelico al progressivo, sempre zeppo di quella giusta acidità, una mescolanza unica di sound, avendo affondato da sempre le radici nel blues e nel rockabilly, nel folk e nel rhythm and blues. I primi tre album che si intitolano tutti in maniera omonima e numerata progressivamente (anche il quarto) sono una prodezza musicale di rara bellezza che affondano le radici ancora nel british blues, ma che cominciano anche a saggiare l`audacia del duo Page-Jones, con riff molto aggressivi come in Whole Lotta Love, e segnano un passaggio fondamentale nel cavallo dei Settanta, mescolando riff di bluesman come Willie Dixon e Howlin’ Wolf, rivisti in chiave hard rock con chitarre e bassi distorti. Come un crescendo aumentano l`heavy mentre i sound si intrecciano accarezzandosi e quasi rincorrendosi anche, anzi soprattutto, nella stessa traccia. Poi nel 1975 arriva Physical Graffiti, album doppio, che è un capolavoro assoluto della storia della musica, un diamante sudafricano, al numero 73 dei migliori 500 album della storia secondo Rolling Stone, include capolavori come Kashmir o Houses of the Holy dove la loro acidità trova il perfetto sodalizio con la morbidezza di una chitarra di Page in piena maturità. 
L`album del 1971, Led Zeppelin IV, pare fosse senza titolo e che il progressivo sia stato attribuito ufficiosamente per proseguire la trilogia precedente, il più bello dei primi quattro numerati cronologicamente, il primo della maturità, che include brani hard rock come Black Dog o Rock and Roll, oppure ancora dal sapore mistico-folk come The Battle of Evermore che rievoca una battaglia vichinga, con tanto di guerrieri e cavalcate nelle praterie. Ma senza ombra di dubbio è una la canzone di questo album che vive nell`immaginario di tanti ed è invece impressa a fuoco nell`anima di tutti gli amanti della musica, Stairway to Heaven, che è considerata, insieme a Bohemian Rhapsody dei Queen, la più bella canzone della storia del rock.
 
 
I Led Zeppelin passeranno quindi alla storia per un singolare primato, difficilmente eguagliabile: contribuire in modo massiccio all'evoluzione della musica rock non inventandosi quasi nulla, ma, anzi, attingendo a piene mani dal repertorio blues e rock-blues degli anni '50 e '60 prima, e dal folk e dalla musica orientale poi. Eppure, il loro è un sound completamente fresco e quasi "rivoluzionario", che lascerà segni indelebili nel futuro del rock'n'roll. Ed è proprio questa la grandezza degli Zeppelin, che sono stati capaci di giungere laddove altri gruppi britannici prima di loro avevano solo tentato di arrivare (come gli Yardbirds - in cui militò Page stesso - i Cream, il Jeff Beck Group - con cui collaborò John Paul Jones).
I Led Zeppelin hanno saputo creare un suono unico, fondamentale, semplicemente vestendo con panni nuovi una musica che ormai cominciava a diventare vecchia. Una rivoluzione formale, basata in gran parte sul sound, talmente massiccia, però, da travolgere anche la sostanza, tanto da dare il la a buona parte dell'hard-rock sviluppatosi negli anni a venire, fino ad arrivare ai giorni nostri, nei quali è ancora ben visibile lo spettro del dirigibile su molte band. 
Ma non c'è solo l'immortalità delle canzoni dietro il mito dei Led Zeppelin. Page e soci, infatti, possono vantare una serie di piccole rivoluzioni che hanno cambiato la storia della musica. Furono i primi a raggiungere un successo di massa senza dipendere dalla programmazione radiofonica. Fino ad allora, radio e televisione erano state dominate dalle hit parade, e quindi dal 45 giri. I Led Zeppelin sfondarono senza mai entrare in quelle classifiche. Nemmeno il loro più grande pezzo, Stairway To Heaven, divenne mai un singolo. E anche la laconicità con cui intitolarono i primi album (alcuni privi persino del loro nome in copertina) segnò una rottura con la tradizione, che voleva i titoli dei dischi funzionali al marketing della band.
Più ancora degli hit, ad attrarre moltitudini di fan furono le loro esibizioni dal vivo. Esibizioni che, sull'onda emotiva di Woodstock, riportavano il rock alla sua dimensione più selvaggia e genuina. I concerti dei Led Zeppelin erano pervasi da un'energia feroce, da una fantasia allucinata, da un furore quasi mistico. Erano baccanali assordanti e melodie folk, deliqui blues e sciabolate elettriche: un'orgia sonora dominata dai virtuosismi iper-veloci di Jimmy Page e dal canto stridulo e possente di Robert Plant. Il film "The Song Remains The Same" ne resterà la testimonianza più celebre.
 
Beniamino Colnaghi
 
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