Cercare la verità, solo dopo averla trovata Pier Paolo Pasolini riposerà in pace
A 48 anni dai fatti, l'omicidio più controverso e discusso dell'Italia del secondo dopoguerra ritorna a far parlare le pagine dei giornali. Quasi mezzo secolo di misteri, depistaggi, inefficienze di alcuni apparati dello Stato, inutili tentativi di arrivare alla verità, l'omicidio di Pasolini resta molto probabilmente uno dei più intricati e tormentati gialli italiani, un intreccio di cronaca nera, bande criminali e trame occulte. La verità giudiziaria è al momento congelata dalla sentenza della Corte di cassazione che attribuisce al solo Pino Pelosi la responsabilità dell'assassinio.
Nei giorni scorsi un avvocato romano, per conto del regista David Grieco e dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti ha presentato una nuova richiesta di riapertura dell'inchiesta giudiziaria presso la Procura di Roma. Non è la prima e non è una novità. Nella motivazione della richiesta, il legale fa presente che su alcuni indumenti appartenuti al Pelosi, è stato rilevato il Dna in particolare di due persone diverse da Pasolini, che dovranno essere confrontati con i Dna di altre persone, pare appartenenti alla malavita romana.
Restiamo a vedere, seguiamo gli sviluppi. Ma non mi faccio molte illusioni, in questo Paese ancora avvolto dai suoi fantasmi e nelle sue trame, spesso oscure.
Nel frattempo invito i lettori di questo blog a leggere la ricostruzione, qualora non l'avessero già fatto, che due grandi giornalisti e storici italiani, Gianni Borgna e Carlo Lucarelli, fecero nel 2005 sull'omicidio di Pier Paolo Pasolini. Da allora poco o nulla è cambiato, se non le richieste di nuovi accertamenti giudiziari, andate a vuoto, e la morte di Pino Pelosi, avvenuta nel 2017.
Beniamino Colnaghi
http://colnaghistoriaestorie.blogspot.com/2016/11/il-caso-pier-paolo-pasolini-5-marzo1922.html
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