La musica di Vittorio Gnecchi – La “Missa” rappresentata a Verderio Superiore
di Giulio Oggioni
Venerdì 27 ottobre 2006: questa
data rimarrà nella storia non solo di Verderio Superiore, ma anche in quella
della grande musica operistica.
E’ stato il giorno della prima
rappresentazione nazionale della Missa
Salisburgensis, un’opera religiosa scritta da Vittorio Gnecchi Ruscone.
Per questa occasione, l’Associazione Musicale Vittorio Gnecchi
di Milano, nata qualche anno fa proprio per rivalutare la musica del grande
maestro, amatissimo all’estero e dimenticato in Patria, ha scelto la chiesa
parrocchiale di Verderio Superiore per la sua esecuzione.
La chiesa, dedicata ai santi
Giuseppe e Floriano, fu voluta dalla Famiglia Gnecchi e venne consacrata dal
cardinale Ferrari di Milano nel 1902. In essa, Vittorio ed i familiari si
recavano ad ascoltare la Santa Messa domenicale in un apposito palchetto
accanto all’altare maggiore, abbellito dalla splendida Pala d’altare di Giovanni Canavesio, del 1499.
Ad interpretare l’opera religiosa
è stato chiamato il Coro della Cappella Musicale del Duomo di Milano, diretto
dal maestro Claudio Riva. Ad assistere alla “prima”, sono giunte a Verderio
oltre cinquecento persone: molti appassionati, discendenti del casato, semplici
curiosi per lo straordinario avvenimento, ma soprattutto cittadini di Verderio
e dintorni che avevano sentito raccontare dai loro genitori dei grandi successi
musicali che il maestro riscuoteva agli inizi del Novecento, ma che, prima di
questo giorno, non avevano mai potuto ascoltare neppure una nota delle sue
opere.
Vittorio Gnecchi Ruscone
Il Coro della Cappella Musicale del Duomo di Milano e, sotto, parte del pubblico presente
Chi leggerà questo resoconto,
sicuramente avrà già sentito parlare di Vittorio Gnecchi, ma forse non conosce
la sua travagliata storia musicale. Per questo, molto brevemente, cercheremo di
ricordare i fatti principali della sua vita e le sue opere.
Vittorio, figlio del grande
numismatico Francesco Gnecchi, nacque a Milano il 17 luglio 1876, in via
Filodrammatici, fiancheggiante proprio il Teatro alla Scala.
Giovanissimo, grazie alla
disponibilità economica della famiglia e attratto dalla musica operistica
dell’epoca, venne affidato ad alcuni insegnanti illustri, quali Michele
Saladino (maestro anche di Mascagni e De Sabata) e Gaetano Coronaro,
condiscepolo di Tullio Serafin. Vittorio aveva nel sangue la musica e ben
presto si impose anche nelle composizioni operistiche.
Appena maggiorenne, si trasferì
con la famiglia nella sfarzosa villa di Verderio Superiore, posta al centro del
paese e acquistata nel 1885 dagli eredi del conte Luigi Confalonieri.
Giovanetto, esattamente il 26
ottobre 1896 (che coincidenza con la data recente di Verderio) nel teatrino
appositamente allestito nella villa, fu eseguita la sua prima opera Virtù d’amore che ebbe subito un
vastissimo successo di critica. Fu solo l’inizio delle sue creazioni musicali e già nel 1902,
con il famoso librettista Luigi Illica, che scrisse il testo, compose la musica
di Cassandra, che sottopose
all’attenzione di un amico di famiglia: Arturo Toscanini. Tanto fu l’entusiasmo
del maestro che ottenne di dirigere la “prima” dell’opera il 5 dicembre 1905 al
Teatro Comunale di Bologna.
Il successo fu travolgente, ma
non mancarono anche le critiche verso il giovane rampollo della facoltosa
famiglia milanese, accusata talvolta anche di imporre il giovane maestro. Le
parole della critica furono: “un dilettante troppo ricco per una musica troppo tedesca”.
Ma il destino della sua Cassandra serbava altre sorprese. A
Dresda, il 25 gennaio 1909 ebbe luogo la prima rappresentazione di Elettra di Richard Strauss, il grande e
riverito compositore austriaco, ma anche molto temuto per le sue bizzarre
richieste e pretese, imposte soprattutto per la sua fama in tutta Europa. Gli
attenti critici notarono immediatamente le sorprendenti analogie musicali che
legavano le due opere e subito accusarono Vittorio Gnecchi di plagio.
Nonostante queste critiche, il 29
marzo 1911, la Cassandra venne
rappresentata a Vienna, città di Strauss, con grande successo dell’autore,
chiamato una trentina di volte sulla scena. E dopo Vienna l’opera ebbe altri
successi in tutto il mondo, ma per “non dispiacere” il grande Strauss, tutti i
teatri d’Italia chiusero le porte al talento italiano.
La verità venne a galla solo dopo
diversi anni. Vittorio, frequentatore dei teatri europei, aveva incontrato il
compositore austriaco prima della rappresentazione di Cassandra del 1905 e gli aveva donato una copia della partitura,
chiedendo un suo giudizio, che non arrivò mai.
Arrivò però l’Elettra con le sue analogie musicali. Dunque
chi aveva copiato non era stato certo Vittorio Gnecchi! Avvilito, ma ancora
combattivo, tanto da inviare più lettere di difesa ai responsabili del governo
per illustrare i torti subiti (una lettera anche al giovane responsabile
culturale, Giulio Andreotti) il maestro si ritirò a Salisburgo dove trovò la
sua isola felice, alla quale dimostrò tutta la sua gratitudine.
Vittorio Gnecchi a Salisburgo
Compose altre opere, come Rosiera, Judith e altri pezzi per
orchestra, Cantata Biblica, Invocazione
Italica, Atlanta e anche opere religiose, come O Sacrum Convivium, Salve Regina. Piccola Madre e un’ Ave Maria a tre voci.
Nel 1932 gli venne commissionata
dal direttore Joseph Messner una Messa solenne che si tenne poi il 23 luglio
1933 nel Duomo di Salisburgo.
La seconda rappresentazione di
questa straordinaria opera religiosa venne data il 13 febbraio 1954 nel Duomo
di Innsbruck, a commemorazione della scomparsa del grande maestro, avvenuta a
Milano il precedente 5 febbraio.
In Italia, nonostante diversi
tentativi della famiglia per ottenere il giusto riconoscimento, il suo nome
venne dimenticato. Grazie a fortunose scoperte di alcuni suoi spartiti in
Francia, la Cassandra è stata riproposta solo nella forma musicale e
con la magistrale interpretazione di Denia Mazzola Gavazzeni, il 13 luglio 2000
al Teatro dell’ Opera di Montpellier, in Francia.
E dopo ben 53 anni, con la Missa Salisburgensis la grande musica del maestro verderiese ha fatto
ritorno in Patria, a Verderio Superiore, tra la sua gente che fortemente lo ha
amato, stimato e sostenuto. Mai così tanta gente si è vista nella nostra
splendida chiesa come la sera della rappresentazione. Questo avrà fatto
certamente felice il maestro e con lui sicuramente anche la nipote Vittoria
Greppi Carlotti (nata dal matrimonio della figlia Isabella Gnecchi con
l’ammiraglio Franco Greppi di Casatenovo) che si adoperò con tutte le sue forze
e fino all’ ultimo respiro per la riabilitazione del nonno. Tanto fece che
convinse la grande schiera dei parenti a fondare l’Associazione che porta il
nome del maestro.
Il destino e la Provvidenza,
seppur dopo mezzo secolo, ha riabilitato Vittorio Gnecchi e la rappresentazione
della Missa Salisburgensis ha gettato
le basi per altre. La prima a Berlino, con Cassandra, programmata il 7 novembre 2007 e repliche nei giorni
successivi.
Ora la speranza è quella che il
grande sogno di tutti non svanisca di nuovo, come in passato.
Il 27 ottobre 2006 segna l’alba
di un nuovo giorno con il ritorno ai meritati successi della musica di un
grande maestro italiano: Vittorio Gnecchi Ruscone,
Nota
Le fotografie mi sono state gentilmente concesse da Giulio Oggioni
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