“Il
“tempo è denaro” è uno degli effetti devastanti della nostra cultura che ha
elevato il denaro a generatore simbolico di tutti i valori, per cui non
sappiamo più che cosa è giusto, che cosa è bello, che cosa è vero, che cosa è
buono, che cosa è santo, ma soltanto che cosa è utile. Una volta il denaro era
un mezzo per soddisfare i bisogni e per produrre i beni, ma quando è diventato
la condizione universale per soddisfare qualsiasi bisogno e per produrre
qualsiasi bene, allora il denaro non è stato più un mezzo, ma è diventato il
fine, per conseguire il quale si vedrà se soddisfare i bisogni e in che misura
produrre i beni”.
Umberto
Galimberti, filosofo, sociologo, psicoanalista, D la
Repubblica, 12.01.2019
“La civiltà contadina è ormai morta e
con lei se ne è andato un mondo. Siamo orfani dei nostri dialetti, di una
cultura che nasceva dalla terra e dalla saggezza popolare, di gente semplice
che aveva la terza elementare ma possedeva la conoscenza. La civiltà contadina
era ignorante ma aveva la prudenza, che significa coltivare il dubbio e
rispettare gli altri. Il dialetto, la sagacia popolare, la tradizione orale
sono finiti e anche gli Appennini stanno morendo: i rovi si riprendono i
sentieri, i paesi si spopolano…”
Francesco
Guccini, cantautore, intervista del 3 marzo 2019
“…L’austerità non è oggi un mero
strumento di politica economica cui si debba ricorrere per superare una
difficoltà temporanea, congiunturale, per poter consentire la ripresa e il
ripristino dei vecchi meccanismi economici e sociali. Questo è il modo con cui
l’austerità viene concepita e presentata dai gruppi dominanti e dalle forze
politiche conservatrici. Per noi invece l’austerità è il mezzo per contrastare
alle radici e porre le basi del superamento di un sistema che è entrato in
crisi strutturale e di fondo, di quel sistema i cui caratteri distintivi sono
lo spreco e lo sperpero, l’esaltazione di particolarismi e dell’individualismo
più sfrenati, del consumismo più dissennato. L’austerità significa rigore,
efficienza, serietà, e significa giustizia; cioè il contrario di tutto ciò che
abbiamo conosciuto e pagato finora, e che ci ha portato alla crisi gravissima i
cui guasti si accumulano da anni e che oggi si manifesta in Italia in tutta la sua
drammatica portata…”.
Enrico
Berlinguer, stralcio dell’intervento al Teatro Eliseo di Roma il 15 gennaio
1977
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