mercoledì 4 aprile 2018

Verderio Superiore: dopo 61 anni l’alpino Andrea Colombo è ”tornato a casa”

Il 15 febbraio 2003 fu una giornata molto fredda. Il cielo era limpido e terso ma la temperatura segnava punte quasi polari. Era sabato. L’urna, contenente le spoglie mortali dell’artigliere alpino Andrea Colombo, esumate dal cimitero militare italiano di Griscino, Ucraina, aveva portato con sé il freddo gelido e pungente, tipico degli inverni di quell’area geografica.
Andrea era finalmente tornato a casa, tra la sua gente, dopo oltre sessanta anni.
Andrea Colombo
 
L’urna era giunta a Verderio Superiore accompagnata da alcuni famigliari, dai rappresentanti della sezione locale degli alpini e dell’Unirr, l’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia. Ad accoglierla, oltre alle autorità civili, militari e religiose, c’era il fratello Lino, di 92 anni, i nipoti, le associazioni e tanti cittadini verderiesi.
Dopo una breve ma sentita e commovente cerimonia, l’urna è stata deposta nella sala civica comunale, per l’occasione addobbata con paramenti civili e religiosi, con una grande bandiera tricolore che copriva un’intera parete, da una corona d’alloro e dal labaro della sezione degli alpini di Lecco. Durante la stessa giornata moltissimi cittadini verderiesi e rappresentanti degli alpini delle varie sezioni della zona hanno fatto visita alle spoglie di Andrea. 
 
 

 
Il capitano maggiore Andrea Colombo, di Giuseppe, nacque l’8 agosto 1916 alla cascina Alba, oggi tristemente disabitata e in stato di forte degrado. Il giovane Andrea visse in paese fino all’età di 20 anni, fino a quando, nel 1936, fu chiamato a svolgere il servizio di leva. Chi lo conobbe lo ricorda come un ragazzotto robusto, di statura media ma forte come un toro, dal carattere buono e cordiale, sempre pronto e disponibile a dare una mano a chi ne avesse bisogno.
Dal foglio matricolare del Regio Esercito Italiano si rileva che Andrea fu chiamato alle armi il 10 maggio 1938. Una giovinezza sfortunata, la sua. Come quella di numerosi suoi coetanei, tormentata da chiamate alle armi, congedi provvisori e richiami, raggiunta dal turbine di una guerra che, prima di togliere la vita a molti giovani, tolse loro certezza nel futuro. Partì per la guerra di Russia il 26 luglio 1942 con il 2° Reggimento artiglieria alpina.   

Nel 1940 il 2° Reggimento partecipò alla campagna sul fronte occidentale; venne poi inviato in Albania, alle dipendenze della Divisione Alpina Cuneense, e successivamente in Grecia e Jogoslavia. Il 26 luglio 1942 iniziarono le partenze dei convogli ferroviari destinati a trasportare la Divisione Cuneense sul fronte russo; in totale si conteranno 52 convogli per un viaggio della durata di 13 giorni.
Il 2° Reggimento venne impiegato per essere dislocato nel Caucaso ma fu invece rischierato sulle rive del fiume Don. Combatté nelle battaglie cruente di Novo Kalitwa, Rossosch, Annowka, Popowka e Novo Postojalowka. In Patria rientrarono soltanto 3 ufficiali, 10 sottufficiali e 195 tra graduati e alpini. Per il suo eroico sacrificio di vite, al Reggimento fu assegnata la medaglia d'oro al valor militare[1].

Appena arrivato al fronte russo, fu colto da forti dolori addominali. Fu ricoverato all’ospedale da campo italiano 827 di Losowaia e lì morì di peritonite all’età di 26 anni, il 31 agosto 1942. Venne sepolto nel cimitero di Griscino, un piccolo paese appena dentro l’Ucraina.
Il 16 settembre arrivò in municipio un telegramma delle autorità militari che annunciava la morte di Andrea, il quinto soldato di Verderio Superiore morto in guerra.
Due giorni dopo l’arrivo del telegramma, il 18 settembre, anche la madre dell’alpino morì. Gravemente malata e da tempo ricoverata in ospedale non fu messa al corrente della sorte del figlio.

Il ritorno delle spoglie mortali di Andrea a Verderio Superiore ha fatto rivivere ai più anziani ed a chi lo ha conosciuto tanti ricordi di gioventù, fatti e avvenimenti vissuti nei primi trent’anni del Novecento, quando il paese contava poco più di 1.200 abitanti ed era un piccolo borgo di contadini, formato da donne e uomini poveri ma dignitosi, spesso affamati e denutriti ma tesi, caparbiamente, a battersi contro soprusi e ingiustizie, contro la dittatura fascista e la negazione dei diritti e della libertà.
Tutta Verderio si è stretta intorno alle spoglie di Andrea. È stato un paese intero, quindi, che ha voluto custodire intatta la sua memoria per guardare con sicurezza e fiducia al suo futuro, che oggi si basa sulla speranza di una vita civile e sociale costruita sulla scelta consapevole dei valori della democrazia, della convivenza pacifica, della tolleranza, della libertà e della pace.
L’Amministrazione comunale di Verderio ex Superiore, con quella cerimonia, ha inteso lasciare un segno tangibile a ricordo dei numerosi suoi figli morti sui vari fronti di guerra ed a cui va il rispetto ed il ricordo di tutti. Le pagine di eroismo dei nostri concittadini, anche di quelli che hanno partecipato alla Resistenza ed alla lotta al nazifascismo, sono supremi valori ai quali si unisce idealmente l’opera di quanti, oggi, lavorano per l’affermazione nel mondo della democrazia, della pace, della solidarietà, dell’impegno per la convivenza pacifica dei popoli.

Domenica 16 febbraio 2003 si è svolta la cerimonia con la solennità e l’ufficialità dovute.
Le celebrazioni sono iniziate con le note del “Silenzio” a cui hanno fatto seguito i discorsi dell’avvocato Edoardo Vertua, in rappresentanza degli alpini, della signora Zappa, presidente dell’Unirr e del sindaco di Verderio ex Superiore. Si è quindi formato il corteo verso la chiesa parrocchiale, nella quale monsignor Merisi ha officiato la funzione religiosa. L’urna, successivamente accompagnata verso il cimitero locale da un lungo corteo e dalle note della banda degli alpini, è stata accolta con gli onori tra due ali di bandiere e labari abbassati e dalle note del Silenzio fuori ordinanza, scandito dal suono della tromba.  

 
 
Il capitano maggiore artigliere alpino Andrea Colombo, esumato nel cimitero ucraino di Griscino, riposa ora, a perpetua memoria, all’ombra dei cipressi centenari che ornano il cimitero di Verderio ex Superiore. Finalmente riposa in pace nella sua terra, poco lontano dalla cascina ove, giovane e forte, partì per combattere una guerra terribile che non gli diede scampo.

Beniamino Colnaghi

Note e bibliografia
Giulio Oggioni, Verderio, 1940-1945 Ricordi, immagini e testimonianze nel diario di cinque anni di guerra, A. Scotti Editore, Cornate d’Adda, 2008, p.33.

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