sabato 14 settembre 2024

Il castello di Dux in Boemia ed i misteri sulla morte di Giacomo Casanova 

Giacomo Casanova, nato a Venezia nel 1725, quindi cittadino della Repubblica di Venezia, secondo gli storici finì i suoi giorni come bibliotecario nel castello del conte di Valdštejn, a Dux, oggi Duchcov, nel nord-ovest della Repubblica Ceca, ad una ventina di minuti in auto dal confine tedesco e ad un centinaio di chilometri da Praga. Qui, il 4 giugno del 1798, secondo alcune fonti, sarebbe morto senza gli onori che avrebbe meritato.

Ma non tutti sono d’accordo nel confermare questa data; difatti la data della morte ha diviso autorevoli personalità di quel tempo. Alcune fonti erano convinte che l’illustre Veneziano morì dunque in  Boemia nel 1798, altre, altrettanto autorevoli, assicurarono che egli terminò i suoi giorni a Vienna nel 1803. Le due date sono arrivate a noi dalla trasmissione di testimonianze scritte e dalla consultazione del registro di morte nonché  dalla lettura di biografie universali e di enciclopedie delle arti e della letteratura. Storici, studiosi e letterati contro altrettanti storici, studiosi e letterati. Chi di questi ha ragione? Nessuno lo sa, ed io penso che la verità non si verrà mai a sapere.

Come pure è un mistero il luogo della sepoltura del Casanova e dove si trovi oggi la sua tomba, o quantomeno dove possano essere rinvenute le sua ossa.

Secondo una tradizione boema, più vicina ai tempi nostri e forse ad uso dei turisti, la tomba di Giacomo Casanova sarebbe stata composta, in un primo momento, nel parco del castello di Dux, dove il Conte avrebbe fatto erigere “un monumento pieno di gusto” in memoria del suo bibliotecario. Il sepolcro sarebbe stato, in seguito, traslato altrove. Forse nel vecchio cimitero del villaggio, poi purtroppo distrutto (dietro la cappella di Santa Barbara, da dove proverrebbe il “registro dei morti”) negli anni Trenta del secolo scorso e trasformato in un parco pubblico. Anche la targa che ricorda la sepoltura di Casanova fu posta in tempi a noi più recenti.




La chiesina di Santa Barbara a Duchcov e la targa che ricorda Giacomo Casanova

E che fine ha fatto, se c’è mai stato, il testamento di Casanova? Possibile che l’anziano avventuriero, così meticoloso ad annotare, a compilare documenti su documenti, lettere su lettere, non abbia lasciato niente di scritto in merito alle sue ultime volontà? Troppi misteri circondano gli ultimi anni di vita di Casanova. 

Facciamo adesso un passo indietro di qualche anno nella vita del nostro concittadino e riannodiamo la storia ed il  racconto.

Quando Casanova lasciò Venezia nel gennaio 1783, forse sapeva che non vi avrebbe mai più fatto ritorno. Si era inimicato l’aristocrazia e, perciò, fu costretto all’ennesimo esilio. Prima si diresse verso Vienna, dove lavorò come segretario presso l’ambasciatore veneziano Sebastiano Foscarini. Poi, accettò un posto di bibliotecario nel castello del conte di Valdštejn a Dux, in Boemia. Qui, trascorse gli ultimi tristi anni della sua vita, deriso dalla servitù che non lo capiva e ignorato dalla gente del posto che, a quei tempi, lo considerava un relitto di un’epoca ormai tramontata. Da Dux, Casanova assistette alla Rivoluzione francese e alla caduta della Repubblica di Venezia, avvenuta il 17 ottobre 1797, con il Trattato di Campoformio. Il suo mondo si stava sgretolando e a lui non restava che lanciargli un ultimo sguardo, impotente e muto. A salvarlo da quel tempo per lui cosi triste e avverso, che pareva non trascorrere mai, fu la stesura della sua opera autobiografica, Storia della mia vita. Casanova descriveva la città di Dux come un luogo dall’atmosfera dimessa e fredda. Poco è cambiato, in realtà, da due secoli a questa parte. Da un lato, restano alcuni bei palazzi sette-ottocenteschi, di cui pochi sono stati restaurati, mentre gli altri, invece, giacciono prostrati all’inclemenza del tempo, abbandonati, sgretolati e circondati da schegge e calcinacci. Dall’altro lato, si può ancora cogliere il riverbero del periodo comunista, con le sue linee di dubbia estetica e qualche falce e martello che, ogni tanto, spunta da sotto i cornicioni. 


Duchcov: la piazza principale con la chiesa e la colonna e la facciata del castello

Il castello dove visse e morì Giacomo Casanova è un elegante palazzo che domina la piazza principale. E al suo interno, è silenzio. Lo si può visitare solo partecipando a una visita guidata e le persone che ne prendono parte sono così poche che gli unici suoni che si fanno strada sono quelli dei loro passi, lenti e curiosi. Nelle stanze si respira un’atmosfera di raffinata decadenza, tra corridoi, mobilia d’epoca e l’unico pezzo originale del periodo di Casanova che è stato miracolosamente recuperato: la poltrona dove egli, ormai malato, soleva trascorrere le sue lunghe ore. La stessa sulla quale, pare, spirò. Inizialmente, come citato poco sopra, si mormorava che Casanova fosse stato sepolto nel giardino del castello ma, in realtà, fu seppellito nel cimitero adiacente alla chiesetta di Santa Barbara. Quando un secolo dopo il cimitero venne chiuso, però, scomparvero le tracce della sua tomba e sparì anche la sua lapide. Ammesso che ve ne fosse mai stata una. Negli anni Trenta del secolo scorso, infine, questo stesso cimitero venne distrutto. Oggi, è un giardino dove si passeggia e si porta a spasso il cane.

Le ossa del romantico, seduttore, scrittore e avventuriero veneziano riposano ancora lì sotto? Un bel mistero. 

Le foto pubblicate in questo articolo sono state scattate da me durante la mia visita a Duchcov, nell’agosto di quest’anno.

Beniamino Colnaghi

Bibliografia

Silvio Calzolari, Casanova. Vita, Amori, Misteri di un libertino veneziano, Luni editrice, Milano, 2018.

Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Casanova

 

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