Sull’onda delle intense
migrazioni che vedono milioni di profughi e rifugiati, soprattutto provenienti
dai Paesi in guerra, dall’Oriente e dall’Africa, spostarsi verso l’Europa,
alcuni Paesi dei Balcani e dell’Europa dell’Est hanno provveduto a costruire barriere
e reticolati al fine di respingere, o perlomeno contenere, l’ondata migratoria.
Altri Paesi hanno intensificato i controlli della polizia e dei militari sui loro
confini. La stessa Austria, proprio nei giorni scorsi, ha palesato l’intenzione
di innalzare una barriera e ripristinare i controlli presso il confine italo-austriaco
del Brennero.
Sono Paesi tutti appartenuti
all’immenso Impero austro-ungarico[1],
dissoltosi tra
il 1918 e il 1919 a seguito della fine della prima guerra mondiale.
Le etnie dei popoli che facevano parte dell'Impero austro-ungarico nel 1910, prima della dissoluzione
(foto da Wikipedia.org nel pubblico dominio)
L’Impero austro-ungarico,
un’entità dominata dall’idea sovranazionale, nel quale convissero decine di
etnie, lingue e religioni, fu in realtà attraversato da profondi sospetti,
vendette e odi tra i suoi popoli. Anche se i proclami ed i manifesti emanati
dall’imperatore asburgico Francesco Giuseppe contenevano le parole “Ai miei popoli”, e quindi con esse si
intendeva trasmettere il senso di concordia, di pacifica convivenza e di
appartenenza di nazionalità e etnie tanto diverse, quei popoli erano minati da
odi nazionalistici che covavano sotto la grande illusione dell’idea
sovranazionale. Basti rifarsi alle più recenti dissoluzioni dell’Unione
Sovietica e della Jugoslavia ed alle conseguenti e atroci guerre combattute nei
Balcani, in Cecenia ed in Ucraina.
Nei maggiori controlli delle frontiere e nella costruzione di steccati e reticolati per
respingere le ondate di migranti, si distinguono per particolare zelo gli Stati
nati dalla dissoluzione dell’impero absburgico, dall’Austria all’Ungheria agli Stati
balcanici. Ciò deve far riflettere.
Per quali motivi ciò avviene in quella parte d’Europa? Probabilmente per due motivi su
tutti. Il primo, come già detto, riguarda la diffusa diffidenza e l’odio che
permeava alcuni popoli appartenuti all’impero absburgico, ex patria comune di
molti di quei Paesi, certamente foriero di civiltà ma talora contraddetto dalla
sua stessa politica e alla fine corroso e dilaniato, ben prima della sconfitta
nella prima guerra mondiale, dalla autodistruttiva esplosione dei vari
nazionalismi.
Nella
Duplice monarchia austroungarica le
relazioni ed i rapporti fra i popoli erano pesantemente conflittuali: non solo austriaci
e ungheresi si contendevano leadership
e supremazia, ma anche i rapporti tra ungheresi e slovacchi e croati,
italiani e sloveni, ruteni e polacchi non erano certamente buoni. L’Austria
stessa, culla di un grande pensiero sovranazionale, ha visto nascere al suo
interno i germogli del nazismo.
Il secondo motivo potrebbe trarre origine dalla comune
appartenenza di quasi tutti i Paesi ex
asburgici, Austria esclusa, all’influenza politica e militare dell’Unione
Sovietica; appartenenza che non ha certo attenuato le diffidenze ed i vecchi
nazionalismi di quei popoli, intesi come estremizzazione dell’identità
nazionale e chiusura fisica e culturale a popoli e etnie con idee e convinzioni
diverse.
Beniamino Colnaghi
Note[1] Per approfondimenti relativi all’origine ed alla storia dell’impero, si vedano i post già presenti in questo blog:
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