sabato 26 luglio 2014

Mariano Comense, novembre 1919: appello del Partito Popolare in occasione delle elezioni politiche

Stavo scartabellando in modo alquanto frettoloso vecchie carte che fanno parte del mio archivio cartaceo alla ricerca di un articolo su Verderio, quando mi è capitata tra le mani una cartellina di un colore azzurro sbiadito. Sgualcita e piuttosto impolverata ha attirato la mia attenzione. E questa, mi son chiesto, da dove arriva? Non me la ricordavo. La apro e rinvengo al suo interno alcuni ritagli di giornale e singole pagine appartenute a vecchie riviste. Nessuna notizia su Verderio. In compenso, scorrendo i titoli, mi accorgo che alcuni articoli, tra i più interessanti dal punto di vista storico, potrebbero essere sviluppati e pubblicati sul blog Storia e storie di donne e uomini. Un paio di questi, invece, per fedeltà e rigore storico, meritano di essere postati così come sono.    

Uno di questi documenti, che di seguito viene integralmente pubblicato, riguarda un comunicato/appello alle donne stilato dal Partito Popolare Italiano di Mariano Comense in occasione delle elezioni politiche svoltesi il 16 novembre 1919, alle quali, però, le donne non avevano diritto di voto. 

Mariano, sciopero delle filandere (1888)
Le elezioni politiche del '19 dimostrarono la voglia di novità del popolo italiano, facendo registrare il netto declino dei liberali, la crescita del Partito popolare di don Sturzo e l'enorme forza del Partito socialista. Il Partito socialista, infatti, ottenne 156 deputati in confronto ai 48 del 1913, il Partito popolare ne ebbe 100 in confronto ai 33 cattolici eletti nel 1913 mentre la coalizione dei liberali perse la maggioranza. Le prime elezioni alle quali le donne furono chiamate a votare erano amministrative e si svolsero a partire dal 10 marzo 1946 mentre le prime elezioni politiche a cui parteciparono le donne si tennero il 2 giugno 1946 (Referendum Repubblica-Monarchia).

La scuola di merletti (1902)
Il contenuto dell’appello, ovviamente di parte, indirizzato alle donne di Mariano, disvela uno spaccato della società del tempo e porta alla luce non solo quanto fosse duro e lacerante, anche nell’uso delle parole, il conflitto tra le forze politiche ma anche quanta parte avesse la passione politica nella vita della gente. Per la cronaca, nel 1919 a Mariano Comense nacquero due istituzioni care ai marianesi: il Circolo Famigliare Proletario (denominato dei Lenitt) ed il Circolo Popolare (detto dei Paulott), luoghi dove molti cittadini ebbero modo di trascorrere ore di svago e ambienti dove si prepararono le battaglie politiche che per decenni contrapposero i cattolici  ai socialisti. 

Azione della Società Cooperativa Edificatrice "Casa Proletaria" di Mariano Comense
Sempre in quell’anno le urne sentenziarono la vittoria del P.P.I. (scudo crociato) con 656 voti, i socialisti (falce e martello) ottennero 555 suffragi mentre 135 voti andarono ai moderati liberali. (bc)

Maggio 1912, inaugurazione della scuola elementare
 
“PARTITO POPOLARE ITALIANO
Sezione di Mariano Comense
Donne marianesi,
nel programma del P.P.I. si conteneva la proposta di legge per dare il voto anche alle donne, ma i nemici del vero bene d’Italia e di nostra Santa Religione l’hanno impedito: e voi non potete votare, sebbene il vostro diritto fosse nel nostro programma.
Però nonostante questo voi potete influire molto sui vostri mariti, sui vostri figli e fratelli perché la prossima domenica venga depositata nell’urna quella lista che nell’ambito del comune assicuri le vostre idealità cristiane e sociali.
Molto di bene può fare il Municipio, può fare molto anche di male. Voi dovete innanzitutto persuadere i vostri mariti, i vostri figli a votare: il voto è un’arma, può far bene o male; occorre serietà. Mandateli tutti i vostri uomini elettori a dare il voto; persuadeteli che è un dovere e non lo si deve assolutamente trascurare. Tutti alle urne. Anche un solo voto può decidere della vittoria o della perdita con conseguenze gravissime. Non si dica un voto più o un voto meno fa lo stesso; è un inganno pernicioso e rovinoso. Il votare è dovere grave di coscienza. Adunque eccitate gli elettori vostri a votare.
Per chi voteranno?
Donne marianesi! Voi che vi siete sempre tanto distinte per la pietà cristiana lascerete che il Comune cada in mano dei socialisti? - Guai – Il programma socialista è anticristiano, anticlericale. Niente catechismo nelle scuole, niente crocifisso nell’aule scolastiche, via le suore dagli asili, via dagli ospedali, dissacrazione dei cimiteri, niente processioni religiose, sperpero del pubblico denaro a scopi partigiani. Ebbene sta a voi persuadere i vostri uomini elettori a votare la lista del P.P.I. che assicura che nella scuola sarà conservato il catechismo, il crocifisso; alla direzione dell’asilo, ove si ricoverano i vostri teneri bimbi, vi saranno le suore, tanto benemerite; all’assistenza pure dell’ospedale si conserveranno le monache, sarà conservata la sua austera cristianità al Campo Santo e si svolgeranno con libertà per le vie della borgata le processioni religiose.
Persuadete i vostri uomini elettori a porre nell’urna la lista del P.P.I., questa avrà uomini di retta coscienza e di indiscussa capacità amministrativa, che cureranno con disinteresse il vostro bene anche materiale. Vedete la gioventù quanto sia insidiata, guai pertanto se l’Amministrazione comunale cadesse nelle mani dei socialisti, essa crescerebbe ancora più indisciplinata, più sbrigliata e voi sarete le prime a sopportare le dolorose conseguenze e provarne i dolorosi effetti. Non lasciatevi abbindolare da vane promesse di bene.
Le veraci realtà di bene le compirà il P.P.I. colle leghe del lavoro, colle associazioni economiche, colle cooperative cristiane. Donne marianesi allontanate il disonore di una amministrazione anticristiana, ma cooperate colla preghiera, colla parola persuasiva, franca e leale, perché nessuno degli elettori di casa vostra diserti le urne, perché il responso delle urne sia una franca affermazione di fede cristiana; della quale vogliono privarci i propagandisti socialisti dalla bocca nefanda e sacrilega, col consenso aperto dei loro seguaci nostrani.
Dal vostro interessamento verrà bene morale e materiale. Si dirà: “ma lasciamo provare i socialisti? Chissà…”.
Ricordatevi: non si prova il veleno se fa bene o male. Il veleno è sempre veleno. Il programma socialista è un veleno per la nostra fede perché anticristiano, anticlericale, antimorale. Vi bastino le bestemmie da voi udite nei loro comizi, l’odio satanico contro i preti e la famosa proposta del divorzio.
Voi donne e specialmente madri avete pianto tanto per la guerra; ebbene? Ora i socialisti vogliono procurarvene un’altra più feroce della prima. Vogliono inondare di sangue paterno le nostre contrade con la rivoluzione da essi tanto desiderata e decantata nei pubblici comizi. Il partito P.P.I. compie le vostre rivendicazioni ed eleva il popolo per vie legali e pacifiche, non colla violenza né colla guerra fratricida. I socialisti al Comune dovranno attenersi nell’amministrarlo alle ingiunzioni dei capi del loro partito e quindi governerebbero i forestieri di Como e non gli eletti di Mariano. Ricordate le scene raccapriccianti di sangue, di battiture, d’insegnamenti, di caccia all’uomo, di violenze, di uccisioni, di sacrilegi contro luoghi sacri e persone sacre, quanto sangue sparso dai socialisti, quanti ferimenti, quante ingiustizie si commettono là dove i rossi comandano. Altro che libertà! Servaggio vuol essere; il più duro, il più ignominioso, il dominio dei socialisti.
Donne marianesi! All’opera indefessa adunque, energica e costante. Non permettete che sventoli la rossa bandiera sul Palazzo comunale, epperò mandate i vostri uomini a votare. Mandateli presto, dite loro d’essere coraggiosi; che non si lascino intimidire da nessuno; fate che siano provvisti della lista del Partito Popolare. Con questa sola si portino alla sala elettorale e che depongano ed introducano nell’urna tutta intiera, senza cancellature né aggiunte la lista del Partito Popolare Italiano.”

Nota - Le fotografie sono tratte dal sito web del Comune di Mariano Comense

giovedì 24 luglio 2014

Tiziano Terzani

Tiziano Terzani (Firenze, 14 settembre 1938 - Orsigna, 28 luglio 2004)

Folco, Folco, corri, vieni qua! C'è un cuculo nel castagno. Non lo vedo, ma è lì che canta la sua canzone:
Cucù, cucù, l'inverno non c'è più
È ritornato il maggio col canto del cucù. Bellissimo, senti!
Che gioia, figlio mio. Ho sessantasei anni e questo grande viaggio della mia vita è arrivato alla fine. Sono al capolinea. Ma ci sono senza alcuna tristezza, anzi, quasi con un po' di divertimento. L'altro giorno la Mamma mi ha chiesto «Se qualcuno telefonasse e ci dicesse d'aver scoperto una pillola che ti farebbe campare altri dieci anni, la prenderesti?» E io istintivamente ho risposto «No!» Perché non la vorrei, perché non vorrei vivere altri dieci anni. Per rifare tutto quello che ho già fatto? Sono stato nell'Himalaya, mi sono preparato a salpare per il grande oceano di pace e non vedo perché ora dovrei rimettermi su una barchetta a pescare, a far la vela. Non mi interessa.
Guarda la natura da questo prato, guardala bene e ascoltala. Là, il cuculo; negli alberi tanti uccellini – chi sa chi sono? – coi loro gridi e il loro pigolio, i grilli nell'erba, il vento che passa tra le foglie. Un grande concerto che vive di vita sua, completamente indifferente, distaccato da quel che mi succede, dalla morte che aspetto. Le formicole continuano a camminare, gli uccelli cantano al loro dio, il vento soffia.
Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, Longanesi, 2006.