Prima
dell’edificazione nel 1902 dell’attuale parrocchiale, dedicata ai santi
Giuseppe e Floriano, la chiesetta di Sant’Ambrogio, insieme alla vecchia chiesa
poi sconsacrata, costituiva il patrimonio di fede religiosa di Verderio, ex
Superiore.
L’area
in cui è inserita è di rara bellezza, perché porta con sé ricche testimonianze
di storia locale.
L’origine
della chiesetta dedicata a sant’Ambrogio non è nota. Supportata da alcune
ricerche storiche, si può tuttavia presumere che la prima costruzione di una
cappella, sul luogo ove oggi si trova la chiesina, possa risalire ai tempi di
Ariberto, discendente da famiglia professante legge longobarda, la quale aveva
beni fondiari in territorio bergamasco, in Brianza e possedeva all'estremo
limite della Martesana la corte di Antimiano (Intimiano) presso Cantù, donde
prendeva nome.
Il
28 marzo 1018 Ariberto fu ordinato arcivescovo di Milano.
Anticamente
la chiesetta venne utilizzata nei giorni festivi dalla Confraternita del
Santissimo Sacramento per recitare l’Ufficio. L’edificio appartenne per lungo
tempo al Patronato Arrigoni Confalonieri, che incaricò un cappellano affinché
celebrasse la messa.
Nel
1729 si ottennero le autorizzazioni necessarie per ricavare il sepolcro fuori
dai cancelli dell’altare della chiesina per seppellire don Arrigoni, il quale è
ricordato da una lapide che così recita: “Qui giace Giovanni Maria Arrigoni che
morì il giorno 7 settembre 1729 all’età di ottant’anni”.
Il
2 ottobre 1738, a seguito della riedificazione dell’edificio sacro,
l’arcivescovo di Milano, Carlo Gaetano Stampa, conferì a don Giuseppe Pozzi,
parroco di Merate e Vicario Foraneo, la facoltà di benedire la chiesetta (detta
Oratorio Pubblico) sotto il titolo di sant’Ambrogio.
Nel
1825, per volontà delle famiglie aristocratiche del luogo, Confalonieri e
Ruscone, venne costruito il nuovo altare mentre cinquant’anni più tardi,
esattamente negli anni 1876 e 1878, la famiglia Gnecchi Ruscone, nuova
proprietaria dell’immobile, finanziò un radicale restauro dell’interno della
chiesina, fece costruire alcuni locali che adibì a sacrestia e tribune e ne
dismise altri che divennero l’abitazione del cappellano. Nel 1953 venne rimosso
il quadro di sant’Ambrogio per consentire la realizzazione di una nicchia sopra
l’altare, nella quale venne collocata la statua della Madonna Pellegrina.
Nell’ultimo
decennio sono stati compiuti alcuni interventi di restauro, manutenzione e
conservazione dell’immobile, l’ultimo dei quali è terminato da poche settimane.
Beniamino Colnaghi
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