Nel 1501, Michelangelo Buonarroti, quando iniziò a scolpire il blocco
di marmo dal quale, tre anni più tardi, si sarebbe materializzato il David, l’eroe
biblico che sconfisse il gigante Golia, aveva poco più di 25 anni. Già da quel
momento molti artisti del Rinascimento italiano capirono che quel ragazzo
sarebbe diventato il genio che dimostrò di essere durante la sua lunga vita
artistica.
La statua di Michelangelo agli Uffizi di Firenze
Quel blocco di marmo di Carrara, ritenuto da altri scultori fragile e non
adatto, per la forma e la scarsa qualità, venne affidato al giovane
Michelangelo al fine di ricavarci un gigantesco David.
Nel 1504 il Buonarroti consegnò alla città di Firenze la statua,
simbolo della libertà repubblicana, che è da sempre ritenuta l’ideale della
bellezza maschile e l’oggetto artistico più bello mai visto dai tempi antichi
in Italia.
Originariamente la statua avrebbe dovuto essere collocata su uno dei
contrafforti del Duomo. Ma alcuni degli artisti fiorentini non furono d’accordo
con tale decisione iniziale, probabilmente perché, dopo aver ammirato la
maestosità e la bellezza del David, ritennero più consona una collocazione
“più in vista”.
Il David
Per dirimere la questione e individuare una soluzione quanto più
condivisa, i Consoli dell’Arte della Lana di Firenze chiamarono a raccolta
ventuno tra i maggiori artisti presenti in città in quel periodo. Nomi da far
accapponare la pelle, tanto erano bravi e famosi. Tra gli altri: Leonardo da
Vinci, Sandro Botticelli, Filippino Lippi, Giuliano da Sangallo, Piero di
Cosimo, Pietro Perugino, Andrea Sansovino, Davide Ghirlandaio.
Alcuni artisti ritenevano la questione di semplice risoluzione e prettamente
estetica, altri, invece, avevano individuato risvolti politici molto
importanti. Tra questi ultimi, Niccolò Machiavelli, segretario della seconda
Cancelleria, vide in quella statua il simbolo dell’aspirazione a formare una
milizia popolare volta a difendere lo Stato e i suoi valori. E per questo motivo,
secondo il Machiavelli, era assolutamente necessario dare al David la massima
visibilità.
I geni del Rinascimento fiorentino si ritrovano dunque in assemblea e,
da subito, fanno emergere i primi dissidi e pareri discordanti sulla
collocazione della statua. Considerato che il marmo era fragile e di scarsa
qualità, alcuni artisti, tra cui Donatello, Giuliano da Sangallo e lo stesso
Leonardo da Vinci vedrebbero bene il David di Michelangelo posizionato al
coperto, magari sotto la Loggia dei Lanzi o accanto alla Cattedrale. La
posizione di Leonardo, che vorrebbe il David in un luogo ancor più defilato, appare
oltremodo viziata dalla preoccupazione che il successo del giovane Buonarroti
potesse mettere in ombra il suo buon nome.
Palazzo Vecchio in Piazza della Signoria a Firenze
Alla fine, per superare lo stallo, viene sentito Michelangelo stesso, il
quale riesce a orientare la decisione finale verso il posizionamento della statua sul proscenio più importante di Firenze: l'ingresso di Palazzo Vecchio in Piazza della Signoria.
Il David fu l’emblema della Repubblica fiorentina per
molti secoli. Nel 1873 venne trasferito alle Gallerie dell’Accademia e al suo
posto, nel 1910, venne installata una copia.
Beniamino Colnaghi
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