Se n’è andato anche Alfredo Reichlin
(Barletta, 26 maggio 1925 – Roma, 21 marzo 2017)
Il suo grande amico Pietro Ingrao era nato nel 1915. Alfredo
Reichlin era del '25. Dieci anni più giovane. Malgrado ciò, la differenza d'età non impedì, mai, che tra i due nascesse una forte amicizia e che intralciasse in qualche modo il lungo cammino intrapreso insieme.
Un cammino intrecciato e contaminato dalla lotta e dalla passione comune per costruire una società più giusta e democratica. Un’amicizia durata una vita. Due
figure tra le più colte e autorevoli della politica italiana, sempre alla ricerca di un qualcosa, di una via nuova e praticabile. E non a caso è toccato
proprio a Reichlin tenere il discorso commemorativo in piazza Montecitorio
a Roma, in occasione della morte di Pietro Ingrao.
Alfredo Reichlin, un leader legato prima a Togliatti e poi a
Berlinguer, nel dicembre del 2014 rilasciò un'intervista al quotidiano "la Repubblica", nella quale, tra
ricordi personali e riflessioni politiche, dichiarò che: "La crisi della politica e della
sinistra rientra nel più generale declino della civiltà europea. È finita
l'occidentalizzazione del mondo", aggiungendo che l'Occidente è
"Senza più valori né punti di riferimento. La potenza economica ha
travolto il potere politico. Chi è oggi il sovrano? I mercati governano, i
tecnici gestiscono, i politici vanno in televisione". Ed ha chiuso
così, con amarezza e disillusione, la sua lunga intervista: "Oggi
nessuno capisce più niente di ciò che sta accadendo. Il primo che passa, con un
po' di parlantina, prende voti per il potere. Ma è questa l'Italia a cui
pensavamo?".
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