Sul numero del 28 e 29 marzo 1913, il
giornale lecchese Il Resegone, il primo numero del quale uscì nel
febbraio 1882, iniziò a pubblicare una serie di articoli che si occupavano di
un “orribile delitto” commesso a Verderio. I resoconti sul giornale, di frequenza
quasi giornaliera, andarono avanti per circa un mese, finché gli inquirenti fecero
piena luce sul delitto e assicurarono i responsabili, e i loro complici, alla
giustizia.
Nello stesso periodo, Verderio balzò alle
cronache locali a causa di un altro delitto perpetrato sul suo territorio. Il 4
e 5 aprile 1913, Il Resegone pubblicò
un articoletto di poche righe dal titolo “Un altro delitto a Verderio”, commesso,
a quanto pare, da alcuni ragazzi del paese. Forse, più che un delitto vero e
proprio, si trattò di una bravata, una mascalzonata, che però finì male, tanto
è vero che ci scappò il morto.
Di seguito si propone integralmente (compreso
qualche errorino) il resoconto di cronaca comparso sul giornale. (b.c.)
L’uccisione della Sottocornola e
della sua domestica ha richiamata l’attenzione su di un altro fatto che era
passato prima inosservato.
Nella settimana scorsa alcuni
giovanotti del paese essendo in allegria per l’estrazione del numero, ritornati
dal distretto di Lecco in paese sostarono in diverse osterie. Con loro era un
certo Villa Pietro di anni 57, che formava il clown della compagnia. A lui si tagliarono i baffi, buona parte dei
capelli e le sopraciglia e lo trascinarono da osteria in osteria dandogli da
bere in abbondanza.
Ad un certo punto il poveraccio si
sentì male, e appoggiata la testa su un tavolo si addormentò. Trascorso poco
tempo rincasava ma alla mattina seguente la moglie, scuotendolo per destarlo
s’accorse che era morto.
Dalla dichiarazione medica risultò
che la morte è stata causata da congestione celebrale, ma l’autorità avvertita
del fatto con lettera anonima pare che voglia andare fino in fondo della
facenda ritenendo che si tratti di delitto.
Intanto ha ordinata l’autopsia del
cadavere la quale venne eseguita dal dott. Nitti della nostra città.
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