sabato 2 giugno 2012

Vennero “Gli Evasi”, e poi "I Cleptomani": i complessi musicali a Verderio.


Gli anni Sessanta del secolo scorso sono stati davvero straordinari e irripetibili, non solo e non tanto perché è avvenuto il “boom economico” ed è decollato lo sviluppo industriale dell’Italia, ma anche per l’entusiasmo, la voglia di fare, la passione civile che permeava il popolo italiano.

In quegli anni la società italiana cominciò ad aprirsi alle novità, cambiarono i rapporti in famiglia, i giovani conquistarono la ribalta sociale e le donne rivendicarono maggiore libertà di essere e di agire. Una trasformazione che investì tutta la società e produsse profondi cambiamenti politici, sociali e antropologici.


Anche a Verderio ci furono spiragli di apertura nei costumi e nei comportamenti individuali e collettivi, nonché accenni di modernità, soprattutto da parte delle giovani generazioni. Molti giovani cominciarono a seguire le tendenze ed i costumi in voga in quegli anni.

Per poter scrivere questo pezzo, la cui trattazione riguarda uno spaccato della storia e della cultura locale, mi sono rivolto a Doriano Riva, molto conosciuto per la sua lunga attività musicale, il quale mi ha fornito dettagli e aneddoti sull’esperienza che ha portato alcuni giovani dei due Verderio, animati da entusiasmo e sana incoscienza, a far nascere, nei mitici anni Sessanta, un gruppo musicale.

E’ una storia che merita di essere raccontata e conosciuta.

Luigi Villa, conosciuto come Gigi prestinée, nel 1964 aveva 17 anni. Era nato alla cascina Provvidenza di Verderio Superiore, meglio nota come casina dei Muleta ed era, fin da ragazzo, un tipo intraprendente e ricco di idee. Sulla scia impetuosa della nascita di migliaia di gruppi musicali, allora venivano chiamati “complessi”, al Gigi venne in mente di fondarne uno. Perché no? In ogni paese ce n’era uno e Verderio non poteva rimanere senza. Ne parlò con i suoi amici più cari, quelli della “compagnia”, tra cui Giancarlo, Chiarino, Raffaele, Doriano, Gianpiero, i quali si dimostrarono da subito entusiasti e accettarono la scommessa. C’erano però due ordini di problemi, tra l’altro non di poco conto: la mancanza di soldi per acquistare gli strumenti musicali e l’amplificazione e, soprattutto, il fatto che nessuno di loro, ad eccezione di Doriano, sapesse suonare uno strumento e conoscesse gli spartiti ed il pentagramma. Incredibile, ma vero.
Ma siamo negli anni ’60, la società è dinamica, in forte movimento, nulla è impossibile per dei ragazzini di 16 anni.  

Fu così che i cinque ragazzi ne parlarono con i loro genitori, i quali “lasciarono fare”, a patto che non chiedessero soldi in casa. La loro fortuna fu quella che tutti avessero un lavoro e, con qualche soldo messo da parte e con l’accensione di alcune cambiali, andarono a Milano, in un negozio dalle parti della Stazione Centrale, a comprarsi la strumentazione necessaria.
Il primo passo era compiuto, ora non rimaneva che imparare a suonare (sic!).
I ragazzi si trovarono periodicamente in un rustico, casòtt, della cascina Mùleta, di proprietà dei genitori di Gigi, che divenne la loro sala prove.

I mesi che intercorsero tra la fine del 1964 e la primavera del ’65 furono intensi e frenetici, soprattutto per Doriano, il quale dovette trasmettere ai suoi compagni i primi rudimenti della musica e insegnare loro a leggere gli spartiti e comporre gli accordi. In seguito alcuni di loro presero lezioni da un maestro di musica che a quel tempo abitava a Verderio Superiore, ma i ragazzini erano svegli e volenterosi, e impararono presto. I primi brani che impararono a suonare furono “Mare incantato”, pezzo del 1959, e “Maria Elena”, introdotti in Italia da due fratelli americani “Santo & Jonnny”. Brani lenti “terzinati”  di buon effetto per le balere, composti da note semplici e ritenuti di facile esecuzione. 

Venne scelto il nome del complesso, “Gli Evasi”, e la prima storica formazione fu pronta per   ”evadere” dal paese e affrontare il mondo aperto. Eccola:

Luigi Villa, Gigi prestinée, classe 1947, batteria;
Giancarlo Aldeghi, Pippo, classe 1948, chitarra di accompagnamento;
Chiarino Giancarlo Frigerio, Chiari, classe 1948, chitarra solista;
Raffaele Bonanomi, Faele, classe 1948, basso;
Doriano Riva, Balabio, classe 1950, tastiere, arrangiamenti, cantante. Il soprannome Balabio fu dato da Pupo perché, nel vecchio gergo dialettale, gli abitanti di Verderio Inferiore venivano apostrofati “Balabiòtt de Verdée de sott”.
Gianpiero Motta, Pupo, classe 1949, pubbliche relazioni.



1965: "Gli Evasi" suonano all'oratorio di Verderio Inferiore
"Chiari" in sala prove

Siamo nella primavera del 1965. I nostri ragazzi iniziano ad esibirsi di fronte al pubblico: negli oratori, nelle feste patronali e di partito, nelle balere della zona.
Ebbero l’accortezza di “mettersi nelle mani” di due mitici agenti musicali dell’epoca: Tony Spada di Merate, abile e intraprendente agente e manager, e Cecco Continental di Colnago, che organizzava diversi concorsi canori, fra i quali “Microfono d’oro” di Cornate d’Adda e “Asparago d’oro” che si svolgeva a Mezzago.

Essendo tutti minorenni, il trasporto dei musicisti e della strumentazione avveniva ad opera di due personaggi molto famosi nei due Verderio: Angelo Ricci di Verderio Inferiore, che possedeva un bar in piazza Annoni e svolgeva attività di autonoleggio, il quale trasportava i ragazzi con la sua Fiat 600 Multipla, e Giuseppe Ponzoni, Pepino Punson, di Verderio Superiore che produceva prodotti dolciari della tradizione locale.


Nell’estate del 1966 avvengono alcuni cambiamenti nel gruppo. Il primo riguarda Gigi, il batterista, che lascia il posto ad un giovane di Cornate d’Adda, Gianpiero Nava, detto Peo, esperto e affermato musicista; Gigi rimane comunque pietra miliare del sodalizio, svolgendo il ruolo di coordinatore ed eclettico ispiratore di iniziative. La seconda novità attiene il cambio del nome del complesso, che da quel momento si chiamerà “I Cleptomani”, mentre il terzo cambiamento è dato dal nuovo locale scelto per le prove. Il gruppo stava andando bene, le serate aumentavano, come pure erano in aumento i fans…soprattutto quelli di genere femminile, di conseguenza era necessario avere più spazio per le prove ed anche per le feste che il gruppo organizzava. Grazie all’interessamento del papà del Chiari, il gruppo ebbe in affitto due locali all’interno del “rustico”, l’ex Scatolificio Ambrosiano, detto “Pasaquindes”, di via dei Contadini Verderesi, che subito dopo la guerra subì un incendio e rimase inutilizzato e abbandonato per molti anni. Ai locali si accedeva dal prato, ora parco Peter Pan, attraverso una scala di pochi gradini in cemento che introduceva nella sala prove, mentre una ripida scala interna conduceva al primo piano ove era stato ricavato un locale adibito alle feste ed al relax. Le feste organizzate dal gruppo generarono chiacchiericcio e malumori in quella parte della popolazione più tradizionalista e bigotta, tanto che il parroco, don Giampiero, dovette intervenire dal pulpito della chiesa, denunciando la condotta libertina ed i costumi troppo disinvolti di alcune ragazze e ragazzi del paese.


"I Cleptomani" nel 1967. Da sinistra: Doriano, Pippo, Faele, Jonny. Alla batteria Peo.

L’estate del 1967 segnò una pagina importante nella storia del gruppo. Per alcuni mesi entrò a far parte del complesso un ragazzo siciliano, Jonny, che suonava divinamente la chitarra, tanto che venne accostato al mitico e indimenticabile Jimi Hendrix.

Jimi Hendrix a Woodstock

Gli amici di Verderio, per ricompensarlo, gli procurarono un lavoro a Bellusco e gli consentirono di dormire nel rustico. La nuova condizione eleva ulteriormente la qualità e le performance musicali del gruppo, le cui prestazioni erano richieste nei migliori concorsi canori della zona e nelle balere più in voga in quegli anni: Fontanella di Imbersago, il Circolo di Robbiate, il Canneto di Colnago e S.Zenone a Villa d’Adda. 

Alle esibizioni canore erano assiduamente presenti due ragazzi creativi ed eclettici, il Pupo e il Beretta, grandi amici dei componenti del complesso verderiese, tanto che trascorrevano il tempo tessendo fruttuose pubbliche relazioni a favore del gruppo, nonché facevano ballare le più “sfegatate” sostenitrici dei Cleptomani: Idelma, Elsa, Bruna, Vincenza ed altre ancora.

Da raccontare è l’evento che si tenne nel ’67 in occasione dello svolgimento del concorso “Asparago d’oro” presso il cinema Ponte di Mezzago. In quell’anno il complesso dei Dik Dik fu invitato come ospite d’onore al concorso. La giuria di gara eliminò i Cleptomani, ma il folto pubblico presente dissentì e cominciò a rumoreggiare, contestando la decisione della giuria ed acclamando il complesso di Verderio. Fu così che gli organizzatori, al fine di calmare gli animi, invitarono sul palco i nostri ragazzi che suonarono, increduli e inizialmente timorosi, con gli strumenti musicali dei Dik Dik. Durante la serata a Mezzago i DikDik  suonarono il famoso pezzo dei Procol Harum “A Whiter Shade of Pale”, tradotto poi da Mogol in italiano col titolo “Senza luce”, che fece conoscere il gruppo al grande pubblico.

Doriano mi ha raccontato che i Cleptomani ebbero il primo 45 giri del disco “A Whiter Shade of Pale” grazie ad un amico di Rino Galbusera che lo importò dalla Francia e furono così i primi in zona a suonare questo brano.    
 

I Dick Dick

Un’altra esperienza che il gruppo visse, che vale la pena ricordare, riguarda l’opportunità, fornita da Tony Spada, di accompagnare musicalmente, durante lo svolgimento di alcune serate, la cantante Emy Cesaroni, la quale balzò all’attenzione dell’opinione pubblica in quanto partecipò, sempre nel 1967, al varietà televisivo “Settevoci”, condotto da Pippo Baudo. 

Insomma, non si può certo dire che non si divertissero, i birboni. Anche nei momenti più critici, nei quali i più si fanno prendere dallo sconforto, i ragazzi del gruppo riescono a rivoltare la situazione a loro vantaggio, come in quell’occasione che dovevano suonare in una nota località turistica montana. Il pulmino, guidato dal fratello del loro agente, non passò a prenderli e così loro, senza scomporsi più di tanto, presero il treno e si diressero a Viserba di Rimini, bolgiastica località della costa adriatica, nella quale trascorsero tre giorni di mare, sole e puro divertimento, il tutto a spese della cassa del gruppo.

Verso la fine del 1967, nel gruppo avviene un nuovo e corposo avvicendamento; escono i tre ragazzi di Verderio Superiore, Pippo, Chiari e Faele, ed entrano due ragazzi di Cernusco sul Naviglio, Gigi e Massimo. Questi ultimi hanno studiato musica e sanno suonare molto bene. Ma il cambio non è traumatico, il gruppo è sempre coeso e tutti rimangono comunque buoni amici.

In occasione di un concorso riservato ai gruppi svoltosi a Cornate, i Cleptomani si presentarono con un bel brano dei Vanilla Fudge “You Keep Me Hangin'On”, classificandosi secondi. Anche in questo caso, come avvenuto qualche mese prima a Mezzago, il pubblico contestò la decisione, manifestando dissenso nei confronti della giuria che aveva premiato il gruppo “ I Vegetariani”.


Oltre alle solite serate nelle balere della zona, al nuovo gruppo venne offerta l’occasione di accompagnare musicalmente i “Ragazzi del Clan” che facevano riferimento ad Adriano Celentano.
Alla “Fontanella” di Imbersago suonarono con altri cantanti molto in voga in quegli anni, tra cui Franco IV e Franco I con la canzone “Ho scritto t'amo sulla sabbia” e Nico e i Gabbiani con “Guarda”.

Nel 1969 i Cleptomani si sciolgono a causa della chiamata a militare di due suoi componenti.
La decisione che venne assunta da parte di tutti fu di quelle che non lasciavano scampo: gli Evasi prima, ed i Cleptomani dopo, terminavano il loro viaggio e concludevano la loro esperienza, che per molti versi è stata intensa ed entusiasmante, ricca di prove, che è comunque servita ad introdurli, forse prima di altri, nel mondo degli adulti.

Nel 2001 i Cleptomani si sono ritrovati ed hanno suonato ancora insieme e nell'estate del 2003, dopo quasi 40 anni dalla fondazione, si sono esibiti al Centro Ricreativo di Verderio, aprendo la serata con il brano “A Whiter Shade of Pale”, dedicato all’amico Pupo. Lo spettacolo ha generato una forte e sentita emozione, perché ha ricordato a tutti i presenti il luogo dove, quei ragazzini di 15 e 16 anni, avevano mosso i loro primi passi.   

Come però avviene in molti aspetti della nostra vita, le narrazioni, anche quelle tra le più belle e intense, si chiudono, lasciando posto ad una scia di ricordi ed emozioni ma, soprattutto, consentendo ad altri di aprire nuove pagine e percorrere percorsi inediti.

Ringrazio Doriano Riva per la preziosa e cortese collaborazione.

Beniamino Colnaghi

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