mercoledì 19 giugno 2019

La “Guerra di Libia” (1911 – 1912) fu fatale per Ernesto Aldeghi, giovane militare nato a Verderio Superiore

L’avrò percorso centinaia di volte, il vialetto centrale del cimitero di Verderio ex Superiore. In genere, salvo ristrutturazioni radicali ed esumazioni dovute alla scadenza delle concessioni cimiteriali comunali, volte a creare spazio per altre sepolture, le tombe ed i monumenti funebri più antichi, e di un certo valore storico, sono posizionati nelle aree più vecchie dei cimiteri ed in corrispondenza dei vialetti centrali. Difatti, la tomba dove riposa il corpo di Ernesto Aldeghi è lì da oltre cento anni. Precisamente dal 2 aprile 1913.
Il monumento è composto da un basamento grezzo su cui è appoggiata una colonna spezzata in marmo bianco, che simboleggia la morte prematura di colui che è sepolto, sulla quale sono incise le epigrafi, i dati anagrafici e la fotografia. Il sepolcro, molto semplice, ma suggestivo, è incorniciato da una bassa recinzione.     

 
 
 
Ernesto Aldeghi nacque alla Cascina Isabella di Verderio Superiore il 2 giugno 1890, da Eugenio e Angela Mauri. Si hanno poche informazioni sul suo conto, se non quelle riportate nei registri di stato civile del Comune di Verderio e sul monumento funebre.
Trascorsa l’infanzia e l’adolescenza in paese, il ragazzo venne arruolato nel servizio di leva del Regio Esercito italiano nel marzo 1910 e, sette mesi dopo, il 29 ottobre dello stesso anno, era già sotto le armi. Il 29 ottobre 1910 furono parecchi i giovani militari di Verderio Superiore chiamati a combattere nella breve, ma terribile guerra Italo – Turca, conosciuta ai più come guerra di Libia. 

Dopo la battuta d’arresto di Adua, il colonialismo italiano riprese slancio negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale. Allontanato dalla memoria il ricordo della sconfitta con l’Etiopia, l’Italia si scoprì più convinta della necessità e della giustezza di crearsi un impero in Africa. Mentre proseguiva l’opera di effettiva presa di possesso delle colonie del Corno d’Africa,  l’attenzione della politica e della finanza italiana si spostò sulla Libia, a qual tempo divisa nelle due province di Tripolitania e Cirenaica, entrambe sotto la sovranità nominale dell’Impero ottomano.
Dopo un acceso dibattito interno, il fronte interventista, composto da nazionalisti, cattolici moderati e varie grandi personalità, convinte delle potenzialità della Libia di offrire terre ai nostri contadini, riuscì infine a vincere le diffidenze dei timorosi e l’opposizione dei socialisti. Così quando nel 1911 la Francia estese il suo protettorato al Marocco, l’Italia decise di inviare in Libia 35mila uomini (autunno 1911), facendo valere un accordo del 1902 che sanciva la priorità italiana in Tripolitania e Cirenaica. La guerra fu più lunga e difficile del previsto, poiché i turchi attuarono tattiche di guerriglia, spalleggiati dalle tenaci popolazioni arabe locali. Per risolvere la situazione vennero inviati altri 75mila uomini in Libia ed occupate alcune isole del Dodecaneso, nel Mar Egeo.


In questo contesto le operazioni militari italiane nel Dodecaneso ebbero inizio nella notte fra il 17 ed il 18 aprile 1912, quando navi italiane tagliarono i cavi telegrafici che univano alcune isole al continente asiatico. Il giorno 28 fu occupata l’isola di Stampalia e il 4 maggio toccò a Rodi, l’isola più importante sia dal punto di vista politico sia strategico. Dalle pochissime informazioni di cui si dispone, ai combattimenti per l’occupazione di Stampalia e Rodi partecipò anche il caporale maggiore della fanteria Ernesto Aldeghi.
Dopo l’occupazione di alcune isole dell’Egeo, tra cui appunto Rodi, diversi corpi militari italiani vennero spostati in Libia. Oltre che nella vasta area di Tripoli, le truppe italiane furono mantenute in continuo stato di allarme anche nei dintorni di Homs e del Mergèb, rinforzati con altri contingenti di fanteria, di alpini e di bersaglieri. Altre operazioni interessarono poi la città di Misurata e la zona di confine verso la Tunisia. Per interdire il contrabbando di guerra proveniente dalle zone di frontiera ed al fine  di dominare le carovaniere confinanti con la Tunisia e controllarne il traffico, l'operazione fu proseguita con obiettivo finale Zuara. Effettuate alcune ricognizioni, tutte le truppe della 5ª divisione avanzarono lungo la linea costiera per procedere alla conquista di Sidi Alì, che fu presa il 14 luglio. Il 6 agosto le truppe del generale Garioni si congiunsero con la brigata del generale Tassoni, sbarcata nei pressi di Zuara e composta dal 34º e dal 57º fanteria, da un battaglione alpini e da alcuni reparti di artiglieria. La città venne conquistata verso la metà di agosto del 1912.
 
Molto probabilmente è in questa fase della battaglia volta a conquistare Zuara che il nostro giovane caporale venne gravemente ferito, tanto è vero che sulla colonna del monumento funebre viene riportato che Ernesto Aldeghi è ferito a Zuara di Libia il 15 agosto. Non siamo in possesso di altre informazioni, se non quelle che certificano la sua morte il giorno 1 ottobre 1912, presso l’ospedale militare di Livorno. Questo dato è certo, perché è riportato anche sul registro dei giovani arruolati di leva e dei combattenti presente nel Comune di Verderio.
Trascorrono sei mesi esatti prima che il corpo di Ernesto venga trasferito a Verderio Superiore, ove viene inumato nel cimitero locale, nello stesso luogo ove ancora oggi riposa. Era il 2 aprile 1913.
Il 15 giugno dello stesso anno, il caporale maggiore della fanteria, Ernesto Aldeghi, viene decorato della medaglia al valore militare. 

Beniamino Colnaghi

Sitografia e nota

Comune di Verderio. La guerra di Libia, le lettere di alcuni militari verderiesi: http://www.comune.verderio.lc.it/verderio/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/73

La guerra Italo-Turca, Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_italo-turca

L'alpino Andrea Colombo: https://colnaghistoriaestorie.blogspot.com/2018/04/verderiosuperiore-dopo-61-anni-lalpino.html

Il signor Giulio Oggioni ha scritto un volumetto dal titolo "Verderio, 1915-1918, Tre anni della nostra storia e la Prima Guerra Mondiale", all'interno del quale è contenuto un capitolo dedicato alle "Lettere dal fronte libico (1911-1912) di alcuni verderiesi". Il libretto non è stato dato alle stampe.

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