Visitare Siena, inoltrarsi tra le colline della sua
provincia e ammirare le principali testimonianze architettoniche, artistiche e
paesaggistiche presenti sul territorio implica necessariamente il fatto di
occuparsi di una strada medievale i cui apporti culturali ed economici furono
significativi per Siena e il suo territorio. Il passaggio della Francigena nel
senese, infatti, e delle sue varianti, sia immediatamente tangenti o limitrofe
ai territori dei comuni sia integrate con il sistema della viabilità locale, generò
la nascita ed il successivo forte sviluppo di diverse tipologie di strutture
assistenziali, umanitarie e commerciali ad essa funzionali e collegate.
Prima
del Giubileo dell´anno 2000 si fece un gran parlare, molto spesso a sproposito e
con diverse deformazioni, della via Francigena. Ma la strada in questione non
può essere equiparata ad una via consolare romana, come ad esempio la via
Emilia o la via Aurelia, o, ai giorni nostri, ad un‘autostrada. Nel Medioevo
non esisteva un‘autorità che avesse il potere o fosse in grado di costruire
percorsi sovraregionali, come fu possibile per l´Impero romano. Quindi,
partendo da questo assunto, si può affermare che non è mai esistita una via Francigena
a lunga percorrenza che unisse Roma al Nord Europa. Ci furono invece diverse
varianti e possibilità, come attestano alcuni documenti medievali, che citano
occasionalmente una via o strada francigena, o francisca, o romea. Come
accennato, le possibili varianti furono molteplici. Come quella percorsa
dall´arcivescovo di Canterbury, Sigerico che, tra il 990 e il 994, superò le
Alpi al Gran San Bernardo e attraversò la Manica non lontano da Calais. Oppure,
due secoli dopo, il viaggio del re di Francia, Filippo Augusto, che, di ritorno
in patria dalla Terra Santa, percorse itinerari diversi in Toscana e superò le
Alpi al Moncenisio.
Relativamente alle origini della via Francigena,
questo itinerario comincia ad essere documentato nella prima metà dell´VIII
secolo ma, se ci limitassimo al tratto italiano, dovremmo precisare che il
percorso comincia a definirsi con i Longobardi che, per recarsi nella Tuscia e scendere nei loro possedimenti
meridionali passavano per l´Alpem
Bardonis, Monte Bardone, cioè da quel passo che in seguito sarà detto della
Cisa. Per i Longobardi questa strada ebbe un forte peso strategico perchè in
Toscana permetteva un percorso intermedio tra la costa, soggetta ad attacchi
dal mare, e i territori orientali controllati dall´Esarcato. La via che
superava il Monte Bardone mantenne grande importanza anche con l´avvento dei Franchi, tanto che da
questi in qualche maniera prese il nome. Sulla via
Francigena si viaggiava prevalentemente a piedi. Solo i piú abbienti potevano
permettersi il lusso di una cavalcatura mentre le merci venivano trasportate
con animali da soma. Le strade medievali erano spesso tortuose e ripide e i
selciati erano malridotti e i ponti stretti e insicuri. Per meglio comprendere,
in maniera eloquente, la struttura della via Francigena e chi fossero i suoi
utenti, basti osservare gli affreschi del Buon
Governo di Ambrogio Lorenzetti, contenuti nel Palazzo Pubblico di Siena.
Sul tratto senese della strada si notano i signori a cavallo con il falcone e
il seguito dei servi, ma anche il mercante con il mulo, il contadino che porta
in cittá il porco, il pellegrino ed anche il povero che chiede l´elemosina. Le difficoltà e la
lentezza del viaggio rendevano necessaria la presenza di numerosi ospizi,
secondo il principio cristiano dell´aiuto al prossimo, bisognoso di assistenza
materiale e spirituale. Nel senese furono decine e decine gli ospizi
documentati presenti sulla Francigena. Una trentina nella sola Siena. L‘ospitalità
era offerta anche da istituzioni religiose quali monasteri, pievi, canoniche.
Successivamente si diffuse un‘ospitalità che oggi potremmo definire laica, a
pagamento, quale quella delle taverne, delle osterie, delle terme, la cui
conduzione vide spesso impegnate intere famiglie.
Entrando ora nel merito
dei percorsi della strada che interessano i comuni senesi, con le eccezioni di
Volterra (provincia di Pisa) e Cortona (provincia di Arezzo), che ho ritenuto
di visitare per la loro storia e bellezza, dopo essersi infilata in Lunigiana
ed aver toccato Lucca, la Francigena si avvicina
ad un passaggio che intorno all’anno Mille era tra i più temuti: la piana del
Serchio, i boschi delle Cerbaie,
i paduli di Porcari e di Fucecchio, aree paludose oggi bonificate, l’Aqua nigra menzionata da Sigerico.
Il passaggio
dell’Arno lo si vede scorrere da un solido ponte in
muratura e se si alza lo sguardo dagli argini già si vede svettare la torre di San Miniato,
roccaforte imperiale a controllo della strada. Oltre quel
crinale si distende il mare ondulato delle colline toscane. Orizzonti
vastissimi si aprono dal crinale che si affaccia sulla Val d´Elsa,
dove si cammina seguendo fedelmente le orme dell’arcivescovo Sigerico. I
viandanti si ritrovano immersi nella solitudine dei campi di grano,
contemplando paesi lontani: Castelfiorentino, Gambassi Terme, Certaldo, una
costellazione di borghi sui crinali, i casali, le pievi romaniche tra gli ulivi
e i cipressi, poco più a sud, si cominciano a intravedere le magnifiche torri di San
Gimignano, ricordato fin dal X secolo come castello di
pertinenza della Chiesa volterrana. Due secoli più tardi la comunitá di San
Gimignano si staccò progressivamente dal dominio politico di Volterra, avviando
la formazione di un proprio distretto. Tra varie difficoltà e apposizioni di
ostacoli da parte di Firenze e Siena, nei primi anni del Trecento la città fu
teatro di una grande espansione mercantile e di operazioni finanziarie di ampio
raggio che, però, non ressero a lungo alla forte pressione e ingerenza
fiorentina e alla grave crisi internazionale che iniziò verso la metà del
Trecento. La crescita urbana della città ebbe un arresto definitivo. Ma l‘immobilismo
dei secoli e drastiche operazioni di tutela del patrimonio monumentale hanno
creato le premesse per la fortuna di oggi, tanto da poterci consentire di
ammirare una cittá che ha pochi eguali al mondo.
San Gimignano
Poc‘anzi ho accennato al
fatto che Volterra meriti senz‘altro una visita, in primis per la sua bellezza e per la vicinanza a San Gimignano, e
poi perchè essa, seppur non interessata direttamente dal passaggio della
Francigena, estese storicamente il suo territorio e il dominio proprio su zone
oggi appartenenti alla provincia di Siena.
Volterra
Il percorso della Francigena descritto da Sigerico poco più a sud di San
Gimignamo entra nel territorio comunale di Colle di Val d´Elsa, la quale si vide
certamente favorita e beneficiata da tale passaggio, sia dal punto di vista
dello sviluppo economico sia dall‘incremento demografico. Nel corso del
Medioevo Colle mantenne dapprima una politica di equilibrio tra le due città
egemoni della Toscana, Siena e Firenze, per poi avvicinarsi sempre più a quest´ultima.
Numerosi sono i monumenti di un certo interesse presenti sul suo territorio,
soprattutto a Colle Alto, sviluppatosi lungo la sottile cresta di una scoscesa
collina.
L´estremitá
sud-occidentale del comune di Castellina in Chianti era interessata da un
percorso della Francigena proveniente da Poggibonsi che correva sulla destra
del torrente Staggia, il quale vedeva la presenza di alcuni ospizi. Nei primi
anni del Duecento il territorio di Castellina entrò a far parte anch‘esso dell‘influenza
di Firenze, assumendo un ruolo importante nel sistema difensivo del confine
meridionale, in contrapposizione al castello senese di Monteriggioni. Alla metà
dello stesso secolo fu posta a capo di uno dei terzieri che formavano la Lega
del Chianti. Situata sulla cresta di una collina, in posizione panoramica a
dominio delle valli della Pesa, dell‘Arbia e dell‘Elsa, Castellina venne
fortificata e potenziata, ad opera dei Fiorentini, nella cinta muraria, con
torri mozzate a pianta quadrata.
Castellina in Chianti
Se Castellina ebbe il
compito di difendere da sud il contado fiorentino, Monteriggioni nacque come
baluardo della frontiera a nord dello Stato senese. Tutti i percorsi della
Francigena a nord di Siena confluivano nell´attuale circoscrizione comunale,
per poi unirsi poco prima di raggiungere la città. Il tratto della Francigena
che raggiunge Monteriggioni, proveniente da San Gimignano e Colle Val d´Elsa, è
senza alcun dubbio di grande bellezza paesaggistica e particolarmente ricco di
testimonianze storiche e architettoniche. Monteriggioni, celebre per via della
cinta muraria circolare, con quattordici torri quadrilatere, presenta un asse
viario principale alle cui estremità si
aprono due porte. Al centro è una vasta piazza su cui si affaccia la pieve di
Santa Maria, di forme romanico-gotiche.
Monteriggioni
Pochi chilometri di
percorrenza verso sud ed eccoci a Siena, punto importante di convergenza dei
vari percorsi francigeni. Siena, la colonia romana Sena Julia, emblema della via Francigena e una delle maggiori cittá
del Medioevo, la cui fortuna e prosperità fu gran parte legata alla via stessa,
che vi entrava a nord da Porta Camollia e usciva a sud da Porta Romana, quella
raffigurata dal Lorenzetti nel Buon Governo. Le torri, piazza del Campo, il
Duomo e l´inconfondibile profilo della cittá accompagnavano a lungo i viandanti
e i pellegrini mentre si dirigevano verso Roma, inoltrandosi in un percorso più
netto, anche se vi potevano essere delle varianti. Due di queste si dirigevano,
l‘una verso Isola d‘Arbia, Monteroni, Lucignano d‘Arbia, Buonconvento e giù giù
fino a San Quirico d‘Orcia, punti fissi della Francigena, l‘altra verso Taverne
d‘Arbia, Vescona e Asciano, nel cuore delle Crete Senesi, una via bellissima,
tutta di crinale, tra panorami immensi e dolcissime colline di argilla
coltivate a grano.
Siena
Da Asciano, volendo ricongiungersi con la Francigena in
direzione Buonconvento, come un‘oasi nel deserto, racchiusa entro il verde
immenso di un bosco di cipressi, improvvisamente appare Monte Oliveto, grande
monastero fondato nel 1319 per iniziativa di alcuni nobili senesi che in questo
luogo si erano da tempo ritirati a vita eremitica. In seguito divenne il centro
di un‘importante e vasta congregazione religiosa. Tutt‘ora è sede di una
numerosa congregazione di monaci benedettini.
Abbazia di Monte Oliveto Maggiore
Superato Buonconvento
verso sud, solo l´estremo lembo nord-orientale del territorio di Montalcino è
interessanto dal passaggio della Francigena. Comune autonomo dalla fine del XII
secolo lottò per tutto il Duecento a difesa della sua indipendenza contro le
mire espansionistiche di Siena, che ebbe la meglio nel secolo successivo. L‘importanza
della città nell‘età medievale è testimoniata da numerosi monumenti, tra i
quali la Rocca, il Palazzo Comunale, il Duomo e numerose chiese.
La strada che da
Montalcino porta a San Quirico d´Orcia offre belle vedute sulle dolci colline
delle valli dell‘Asso e dell‘Orcia, con squarci di paesaggio tra i più
fotografii della Toscana. Sede di una pieve ricordata fin dall‘età longobarda,
il castello di San Quirico assunse notevole importanza nel corso del XII
secolo, quando divenne residenza dei funzionari dell‘Impero. Quale ultimo
grande castello prima di uno dei tratti più insicuri dell‘intero percorso, San
Quirico, sede di numerosi ospizi per pellegrini e viandanti, costituì una delle
principali tappe lungo la strada. La stessa struttura urbana si è in gran parte
sviluppata lungo la Francigena, da Porta Camaldoli a Porta Ferrea, oggi
entrambe scomparse. Da ricordare che nel 1154 Federico Barbarossa stabilì qui
il proprio accampamento per trattare con i messaggeri di Papa Adriano IV i
termini della propria investitura ad imperatore. Anche in epoca moderna San
Quirico ha visto passare tra le sue mura principi e imperatori, religiosi,
eserciti e pellegrini, tra i quali i papi Pio VI e Pio VII, quest‘ultimo mentre
si recava a Parigi per l‘incoronazione di Napoleone Bonaparte.
San Quirico d'Orcia
Ad est di quest‘ultima località
troviamo due importanti città della provincia senese, Pienza e Montepulciano.
La prima, molto vicina al passaggio principale della Francigena deve il suo
nome e la sua fama a Enea Silvio Piccolomini, Papa Pio II, che nel 1459 concepì
l‘idea di sperimentare i nuovi sentimenti e i nuovi ideali estetici
dell´Umanesimo nel castello di Corsignano, dove lui stesso ebbe i natali. Nel
giro di pochi anni elevò il castello a sede episcopale, ne cambiò il nome,
obbligò i cardinali al suo seguito a costruirvi proprie residenze e dette
l´incarico al Rossellino di mettere a punto il progetto, che si fermò alla
morte di Pio II. Fulcro estetico ed urbanistico del grande progetto è piazza
Pio II, dalla singulare forma trapezoidale, con il Duomo, dalla facciata
rinascimentale in travertino, e i palazzi che la circondano, tra i quali il
Palazzo Piccolomini, il Palazzo Pubblico e il Palazzo Borgia.
Pienza
Montepulciano, anche se distante
una ventina di chilometri dalla Francigena, merita senz´altro una visita. Per
rendersi conto della bellezza e della storia della città, basti iniziare la
visita dalla piazza Grande, centro monumentale ed insieme alla Rocca elemento
emergente del suo impianto insediativo. L’architettura degli edifici attuali
risale al rinnovamento prodottosi in città nei secoli XV e XVI e mostra gli
influssi delle correnti culturali del Rinascimento fiorentino e romano. Il
Palazzo Comunale, Palazzo Contucci Del Monte, il Duomo e il pozzo meritano
particolare attenzione. E poi conviene percorrere le diverse stradine che
contengono numerosi segni e testimonianze della gloriosa storia di
Montepulciano.
Montepulciano
A sud di San Quirico ai viandanti si aprivano piú
possibilitá per superare il monte Amiata, al fine di dirigersi verso Radicofani,
Piancastagnaio a sud-ovest e San Casciano dei Bagni a sud-est. A sud di questi
tre comuni, in localitá Ponte del Rigo, confluivano tutti i percorsi di quel
fascio di strade che caratterizzava l´andamento della Francigena tra la Val
d´Orcia e l´ingresso nel Patrimonio di San Pietro, cosí come oggi segna il
confine tra la Toscana e il Lazio. Da qui passava il piú antico percorso della
strada, quello di fondovalle, attestato dall´arcivescovo Sigerico e rimasto in
uso fino alla fine del Cinquecento.
Qui la via Francigena entra
nel Lazio e prosegue verso Roma. E qui termina il mio viaggio. Beniamino Colnaghi
Note
e bibliografia
Le fotografie che corredano l’articolo sono state
scattate nel mese di giugno 2017I percorsi della via Francigena nelle terre di Siena, prodotto dalla Provincia di Siena, edizione 2003, Editrice Le Balze, Montepulciano
Via Francigena, sito ufficiale: http://www.viefrancigene.org/it/
Via Francigena, Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Via_Francigena
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