Ulm
(Ulma, Germania), è una città tedesca affacciata sul Danubio, famosa nel mondo
per aver dato i natali ad Albert Einstein, nel 1879, e per la presenza di una
grande e bella cattedrale in stile gotico, il cui campanile, alto 161 metri e con
768 gradini, è indicato come il più alto al mondo.
Ad
onor del vero vi sarebbe un terzo motivo che dovrebbe aggiungere fama alla
città, ossia la vicenda che riguardò un suo cittadino, tale Albrecht Ludwig Berblinger.
Berblinger nacque infatti a Ulm il 24 giugno 1770, settimo
figlio di Albrecht Ludwig Berblinger e di Dorothea Fink. Rimasto orfano del
padre all’età di 13 anni, come spesso accadeva all'epoca nelle famiglie
numerose e di umili origini, Albrecht fu mandato in un orfanotrofio, ove fu
costretto a studiare come sarto, sebbene lui, appassionato di meccanica,
ambisse a diventare un orologiaio.
Tuttavia,
intrapresa la carriera di sarto, Berblinger mantenne sempre un grande interesse
per la meccanica, disciplina che lo portò, nei primi anni dell’Ottocento, a
progettare e costruire alcune carrozzine per bambini e altri piccoli veicoli.
Successivamente ideò alcune protesi per le gambe. Ma il suo grande sogno fu
quello di inventare una macchina che permettesse all’uomo di volare. Lavorò incessantemente
per alcuni anni alla costruzione di un oggetto simile al deltaplano, con la
convinzione che potesse volare. Il suo progetto, non suscitò solo curiosità, ma
alimentò ilarità in gran parte della popolazione. Molti si chiesero se
Berblinger non fosse diventato matto.
Ma le
chiacchiere malevoli e le critiche non impedirono al “sarto di Ulm” di
terminare la costruzione della sua invenzione, che rese quindi nota al pubblico
tramite un'inserzione del 24 aprile 1811. Poche settimane dopo annunciò il suo
tentativo di sorvolare il Danubio il 30 maggio, alla presenza del Re e di
migliaia di spettatori, ma, all’ultimo momento, Berblinger rinunciò. Il giorno
seguente, forse più convinto, tentò quindi nuovamente di sorvolare il Danubio,
partendo dai bastioni di Ulm. Il tentativo fallì, in quanto Berblinger
precipitò col velivolo nelle acque del fiume, dal quale venne tratto in salvo
da alcuni pescatori.
Berblinger
cadde quindi in miseria, avendo speso quasi tutti i suoi capitali nella
realizzazione del progetto e nel 1819 fu dichiarato civiliter mortuus,
una condizione che gli permise di ricevere una sovvenzione dalla sua città.
Albrecht
Ludwig Berblinger morì il 28 gennaio 1829 in un ospedale di Ulm, all'età di 58
anni. Venne sepolto in una tomba nel campo dei poveri.
La macchina da volo ideata da Berblinger (fonte Wikipedia)
Bertolt
Brecht (1898 – 1956), il noto drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco scrisse
una versione diversa sulla “fine” del povero sarto, dedicandogli una poesia e
un apologo.
"Vescovo, so volare",
il sarto disse al vescovo.
"Guarda come si fa!"
E salì, con arnesi
che parevano ali,
sopra la grande, grande cattedrale.
Il vescovo andò innanzi.
"Non sono che bugie,
non è un uccello, l'uomo:
mai l'uomo volerà",
disse del sarto il vescovo.
"Il sarto è morto", disse
al vescovo la gente.
"Era proprio pazzia.
Le ali si son rotte
e lui sta là, schiantato
sui duri, duri selci del sagrato".
"Che le campani suonino.
Erano solo bugie.
Non è un uccello, l'uomo:
mai l'uomo volerà",
disse alla gente il vescovo.
il sarto disse al vescovo.
"Guarda come si fa!"
E salì, con arnesi
che parevano ali,
sopra la grande, grande cattedrale.
Il vescovo andò innanzi.
"Non sono che bugie,
non è un uccello, l'uomo:
mai l'uomo volerà",
disse del sarto il vescovo.
"Il sarto è morto", disse
al vescovo la gente.
"Era proprio pazzia.
Le ali si son rotte
e lui sta là, schiantato
sui duri, duri selci del sagrato".
"Che le campani suonino.
Erano solo bugie.
Non è un uccello, l'uomo:
mai l'uomo volerà",
disse alla gente il vescovo.
Scrisse dunque Brecht che quell’artigiano,
fissato nell’idea di apprestare un apparecchio che permettesse all’uomo di
volare, un giorno, convinto di esserci riuscito, si presentò al vescovo dicendogli
che poteva volare. Si lanciò dal tetto della cattedrale ma, ovviamente, si
spiaccicò sul selciato.
Tuttavia,
constatò amaramente, ma lucidamente Brecht, alcuni secoli dopo gli uomini
riuscirono effettivamente a volare, come riuscirono, aggiungo io, in molte
parti del mondo, dopo avanzamenti e sconfitte, storie non lineari né univocamente
progressive, dopo secoli di lotte contro lo schiavismo e la tirannide, la dominazione
coloniale, le guerre di religione, gli uomini riuscirono, dunque, ad ottenere
la libertà, a sviluppare scienza e tecnologia, a migliorare le proprie
condizioni economiche, di salute, di vita più dignitose.
Beniamino Colnaghi
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