Quarant'anni senza Enrico
Un Paese che il giorno dei funerali scende in piazza compatto e commosso per
dire addio non a Berlinguer, ma ad Enrico. Il presidente della Repubblica,
Sandro Pertini, fa trasportare la sua salma sull’aereo presidenziale
dichiarando: “Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un
compagno di lotta”. Al funerale, a Roma il 13 giugno, partecipa oltre un
milione di persone. Il corteo con la bara sfila dalla sede del Pci, in
via delle Botteghe Oscure, a Piazza San Giovanni. Un lamento collettivo risuona
in continuazione: “Enrico, Enrico”.
“Chiuso in una cassa di legno chiaro, coperta dal drappo rosso e dal tricolore, Berlinguer è tornato a casa, in questa dolce sera romana, accolto dai suoi compagni che lo applaudono come per abbracciarlo e, a squarciagola, scandiscono il suo nome”, scriverà la Repubblica. “Se asciughiamo una lacrima - dirà Giancarlo Pajetta - è per veder chiaro. Ricordate le sue ultime parole: lavorate. Compagno Berlinguer, sappiamo come vuoi essere ricordato, ce lo hai gridato a Padova, con un ultimo sforzo”.