27 gennaio 1945: sono trascorsi 80 anni dalla liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz
L’articolo 1 della legge 20 luglio 2000 n. 211 definisce così le finalità del Giorno della Memoria:
«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».
Nella seconda metà del 1944 e durante i primi mesi del 1945, gli eserciti alleati e l'Armata Rossa, mentre combattevano contro le truppe naziste, cominciarono ad imbattersi in numerosi campi di concentramento disseminati soprattutto nelle Regioni centrali dell'Europa, nei quali erano tenute prigioniere, in condizioni disumane, enormi masse di persone, recluse dai Nazisti. Le forze sovietiche, nel luglio del 1944, raggiunsero per prime il campo di Maidanek, in Polonia, e poi, successivamente, avanzando verso la Germania, liberarono Treblinka, Auschwitz e Ravensbruck. Gli Americani raggiunsero, liberandoli, i campi di Buchenwald, Flossenburg, Dachau, Mauthausen, ed altri. I liberatori si trovarono di fronte delle situazioni indescrivibili nei campi Nazisti, con migliaia di prigionieri che versavano in condizioni pietose e dove cadaveri giacevano ammassati, in attesa di essere seppelliti. Solo dopo la liberazione di questi campi e la fine della guerra il mondo poté finalmente conoscere le reali dimensioni dell'orrore causato dai nazisti e dai loro alleati.
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